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Economia e lavoro | 04 giugno 2024, 18:26

Le voci dello stabilimento dove arrivano i tedeschi di Aixtron: "Siamo vivi e vegeti. Ma a fine anno rimarremo a casa"

Sono 57 le persone attualmente in attività presso la fabbrica Av El che cederà gli spazi al colosso teutonico del settore semiconduttori. Le rsu: "Lo abbiamo scoperto ad aprile: hanno venduto i muri, per noi non c'è futuro"

stabilimento fabbrica

Lo stabilimento che attualmente ospita la Av El e che diventerà la casa della Aixtron

"Siamo vivi e vegeti. Lavoriamo cinque giorni a settimana, su tre turni, per evadere le richieste dei clienti". Se si potesse sintetizzare in una voce il senso di delusione e di frustrazione, la frase sarebbe questa. A pronunciarla è Franco Bollati, rsu di Uiltec per la AV EL srl, che insieme ai suoi 56 colleghi ha scoperto dai giornali il destino nemmeno troppo lontano dello stabilimento in cui, anche oggi, ha effettuato il suo turno di lavoro.

Quei giornali che hanno raccontato come, entro il prossimo anno, in uno stabilimento al confine tra Orbassano e Beinasco arriverà a insediarsi il colosso tedesco di Aixtron, specializzato in macchinari per microchip e semiconduttori. E che rappresenta il prossimo capitolo di una storia industriale che dovrebbe portare con sé investimenti (fino a cento milioni) e assunzioni (fino a 300). 

Colpiti dalle sanzioni alla Russia

Solo che, come per tutti i capitoli che cominciano, inevitabilmente vengono preceduti da un capitolo che finisce. In quella fabbrica, ancora oggi, ci sono loro. I lavoratori Av El. Ma non è una situazione facile da digerire. "Operiamo nello stampaggio materie plastiche per il settore automotive - dice ancora Bollati -. Prima della guerra, soprattutto per la Russia, per la Aurus. Poi, con le sanzioni, le commesse sono diminuite e le difficoltà aumentate, fino ad arrivare ai contratti di solidarietà, visto che non sono mai arrivate commesse nuove".

Conto alla rovescia

Non un fulmine a ciel sereno, insomma. Ma nemmeno uno scenario così chiaro come è stato dipinto in occasione della presentazione dell'investimento tedesco. "Sapevamo che i muri dell'azienda erano stati venduti, ma a fronte di difficoltà che andavano avanti da tempo, ci è stato ufficializzato il tutto soltanto lo scorso 22 aprile, quando ci è stata comunicata la vendita della fabbrica. Contestulamente, ci è stato detto che la Av El avrebbe cessato l'attività con la fine del contratto di solidarietà, a dicembre 2024".

Poche speranze

Da ieri, poi, i compratori hanno avuto un nome e un cognome. "Non sapevamo l'identità dell'azienda compratrice - spiega il rappresentante sindacale -, ma sapevamo che qualcosa stava succedendo. Ci hanno detto che in corsa c'erano anche altre due aziende, non abbiamo mai saputo chi, ma l'hanno spuntata i tedeschi. Forse una delle altre due in corsa poteva essere una buona soluzione per noi, visto che operando nello stesso settore avrebbero magari tenuto i lavoratori".

Invece, la soluzione tedesca non apre a questa possibilità. Almeno in teoria "In questo caso, invece, non c'è alcun tipo di garanzia. Sappiamo che assumeranno cento ingegneri, ma non sembra esserci spazio per i nostri operai. Con la Regione vedremo nel prossimo futuro che passi seguire. Ma c'è grande tensione e queste notizie hanno creato ulteriori malumori: sono 57 persone, 57 famiglie che lavorano qui e che a fine anno saranno senza lavoro".

Venerdì il vertice

Tra poche ore, però, si potrebbe avere qualche certezza in più. "Abbiamo chiesto un incontro, che sarà probabilmente venerdì, con le organizzazioni sindacali e la direzione. Ci vedremo qui in azienda, speriamo di avere qualche notizia in più".

Massimiliano Sciullo

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