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Cultura e spettacoli | 22 maggio 2024, 20:10

Da Cannes a Torino, Paul Schrader riceve il Premio Stella della Mole: "In Italia solo luoghi bellissimi"

Al Festival, il regista di American Gigolò ha presentato il suo ultimo film, Oh Canada: "Oggi c'è più tecnologia, ma è più difficile farsi notare. Quando ho iniziato c'erano 4 mila sceneggiatori, adesso ce ne saranno 40 mila"

Al regista americano Paul Schrader il premio Stella della Mole

Al regista americano Paul Schrader il premio Stella della Mole

Paul Schrader, fresco di ritorno da Cannes 2024, fa tappa a Torino.  

Sceneggiatore degli iconici Taxi Driver e Toro Scatenato, è il regista dell’indimenticabile American Gigolò, pellicola che ha lanciato la carriera di Richard Gere e in cui si nasconde un dettaglio legato al nostro capoluogo.

“I was born in Torino, but I studied at Nantes” è infatti la frase che pronuncia Richard Gere nei panni di Julian, protagonista del film.  

Una frase che in realtà, come spiega scherzando lo stesso regista, non cela di fatto alcun mistero. “Julian è un bugiardo, è uno gigolò. Probabilmente ho pensato fosse la cosa giusta da dire”. 

Il regista a Torino riceve il Premio Stella della Mole e ha tenuto una masterclass con il pubblico del Museo del Cinema. 

Domani, si concederà una visita alla città. Si potrà quindi sperare un giorno di vederlo girare proprio qui? “L’Italia ha solo belle location, vi ho già girato due film. Dipende sempre dai finanziamenti, se ci sono il regista viene”.

Dopo quarant’anni, Schrader è tornato a lavorare con Richard Gere nel film Oh Canada, presentato proprio a Cannes 2024, un riadattamento del libro I tradimenti di Russell Banks. Una pellicola che parla di vita, ma anche ovviamente della sua fine. “Ci sono dei limiti che un regista non può superare e il limite è la dimensione del pubblico che vuoi coinvolgere. Se si vuole parlare di morte si deve trovare l’argomento in modo tale da non respingere il pubblico”.  

Non teme più di tanto la rivoluzione tecnologica, anche se ovviamente ammette che i tempi sono cambiati.

“L’arrivo del digitale ha reso l’intero processo di produzione molto neo costoso. Quando ho cominciato i film richiedevano 40 giorni di ripresa, adesso ne bastano 20. Si sono ridotte le spese e si possono fare tante cose, chiunque può girare un film anche solo con un telefono. Da qui a guadagnarci per sopravvivere è un altro paio di maniche”. 

“È difficile fare sì che tu riesca a essere notato - ammette Schrader -. Quando ho cominciato c’erano 4 mila sceneggiatori adesso ce ne saranno 40 mila”. 

Anche il pubblico è cambiato. “Nelle sue abitudini e nei suoi atteggiamenti. Una volta che la gente vedeva i film, cominciava a parlarne e questo è scomparso o rarissimo. Certo ci sono casi eccezionali, come Barbie e Oppenheimer che hanno portato una intercomunicazione tra le persone”.  

Barbie, un film che ha avuto un grande successo sia negli States sia in Italia, sebbene sia stato piuttosto divisivo. 

“A me è piaciuto, soprattutto il finale. Ma devo dire che sarò difficile ci sia un Barbie 2.  Il film di Greta è solo se stesso, l’idea alla base era di come far uscire Barbie da Barbieland. 

Immergersi nel presente è la linea che terrà per i prossimi progetti.  

Cerco di fare film immersi nel presente. Dirigerò un film basato sulla sceneggiatura di due fratelli di mezza età che si innamorano della stessa ragazza giovane. Il nome temporaneo è Non compos mentis”. 

 

Chiara Gallo

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