Non si ferma la protesta studentesca a sostegno della Palestina iniziata lunedì e che ieri sera è andata avanti con il corteo e la fiaccolata in memoria della Nakba, l'esodo palestinese del 1948 a seguito dell'esproprio delle terre per l'istituzione dello stato di Israele.
Un centinaio tra studenti e manifestanti sono partiti da Palazzo Nuovo, hanno percorso via Po, per arrivare fino in piazza Castello e davanti al Comune di Torino, passando davanti alla sede RAI e la Mole. Davanti al corteo lo striscione "La Nakba continua. Stop al genocidio".
Durante la protesta è stato imbrattato con vernice spray rossa il Rettorato dell'Università con la scritta: "Unito complice del genocidio", mentre diverse bandiere palestinesi sono state appese ai monumenti cittadini, compresa la Mole stessa.
"Sono passati esattamente 76 anni dalla Nakba e dalla nascita di Israele, 76 anni di violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani del popolo palestinese da parte del regime coloniale sionista - si legge nella nota stampa di Torino per Gaza -. Proprio per questo, da Palazzo Nuovo occupato, è partita una fiaccolata commemorativa che ha visto la partecipazione di studenti e cittadini per le strade della città, durante la quale sono stati rinominati alcuni monumenti lungo il percorso con i nomi di alcuni e alcune studenti e studentesse palestinesi uccise dai raid delle forze di occupazione israeliane".
"Sono state affisse kefieh e bandiere palestinesi, simboli del nostro sostegno alla lotta e alla resistenza del popolo palestinese. Come studenti e studentesse riteniamo doveroso questo gesto politico, a fronte del feroce attacco del regime sionista ai danni della popolazione palestinese e dei suoi luoghi di diffusione del sapere e della cultura. Nella Striscia di Gaza sono state rase al suolo tutte le 12 Università e sono state danneggiate più del 60% delle strutture educative e formative. I raid israeliani, inoltre, hanno ucciso più di 5.400 studentesse e studenti e circa 100 docenti universitari".
"Per questo - aggiungono - anche a Torino abbiamo attraversato le strade della nostra città, dopo esserci riappropriati dei nostri luoghi del sapere, per condannare la complicità dei nostri Atenei rispetto agli accordi stipulati con le facoltà israeliane. Dopo aver attraversato le vie della città e alcune piazze significative del centro storico, abbiamo deciso di risignificarle. In risposta alla vergognosa decisione del comune di Torino di rinominare le piazze e le strade della nostra città con i nomi di eminenti personaggi israeliani, nonostante il genocidio in corso a Gaza e più di 45 milioni di palestinesi uccisi, noi le abbiano dedicate ai martiri e alle martiri palestinesi".
"Nell'anniversario della Nakba queste strade sono dei palestinesi, Torino sa da che parte stare".