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Attualità | 04 maggio 2024, 07:15

Franco Balmamion tra Grande Torino e il via del Giro: "Gli Invincibili restano immortali. Come Coppi"

84 anni, ultimo vincitore italiano della corsa rosa per due anni di seguito, ricorda: "La scintilla con il granata scattò proprio dopo Superga". Nessun dubbio sul ciclismo: "Trionferà Pogacar, può diventare il nuovo Merckx"

Franco Balmamion tra Grande Torino e il via del Giro

Franco Balmamion tra Grande Torino e il via del Giro

Oggi, 4 maggio, ricorre il 75° anniversario della tragedia di Superga, che pose fine ai trionfi del Grande Torino, facendo passare gli Invincibili direttamente dalla storia alla leggenda. Ma oggi prende il via anche il Giro d'Italia, con la prima tappa da Venaria a Torino. Ed allora chi meglio di Franco Balmamion, 84 anni portati alla grandissima, ultimo italiano vincitore per due volte consecutive (nel 1962 e '63) ma anche noto tifoso granata, per raccontare le emozioni di una giornata davvero speciale (non solo) per chi ama lo sport.

Franco, cosa ricorda di quel 4 maggio del 1949?

"Allora abitavo a Nole Canavese e nel tardo pomeriggio ero uscito di casa, tutta la gente che incontravo parlava solo di quello. Chi diceva che non era vero, chi era distrutto, chi aveva la lacrime agli occhi. Forse la scintilla con il Toro per me è scoccata proprio quella sera...".

Come si spiega che il mito del Grande Torino resista al passare del tempo?

"Quando si dice che il Toro è una fede si pensa al Grande Torino, il cui ricordo viene tramandato di padre in figlio ancora oggi. E poi per la sua fine tragica, è entrato nell'immaginario collettivo: nel dopoguerra quei giocatori non erano solo calciatori, insieme a Coppie Bartali sono stati il simbolo del riscatto di tutta l'Italia. Non a caso, anche Fausto Coppi, essendo morto così giovane, è circondato da un alone di mito ed è conosciuto da chi non è appassionato di ciclismo. Lui e il Grande Torino sono destinati ad essere immortali".

Per Franco Balmamion cosa significa Superga? 

"Quando mi allenavo, da ragazzo ma anche quando sono diventato professionista, se arrivavo da quelle parti e salivo sulla strada del Pino, non potevi non guardare verso la Basilica e ricordare il Grande Torino. E' proprio vero che ognuno hai il suo destino...".

Chi era il giocatore granata che più le piaceva quando era ragazzo?

"Io sono rimasto orfano di padre quando ero molto piccolo, in famiglia ero circondato da tutte donne (la madre, la sorella e la nonna, ndr), per cui tante occasioni di parlare di calcio non le avevo... Il primo giocatore che mi fece appassionare fu Gigi Meroni, ma ero già professionista nel ciclismo. E poi anche per lui c'è stata quella tragica fine... Fu un altro gravissimo colpo. Ma io sono stato amico di Rosato, ho conosciuto bene Carla Maroso, Lidia Gabetto, poi anche Carlo Crippa, in tempi recenti ho ammirato Belotti per i suoi gol ma soprattutto per come si dannava per la squadra".

E del Toro di oggi cosa mi dice?

"Mi spiace proprio che quest'anno non si sia qualificato in Europa, le occasioni ci sarebbero state, ma ogni volta che c'era da vincere una partita per fare il salto in classifica puntualmente la perdeva. Certo, ormai diventa sempre più difficile competere con le migliori che hanno risorse che sono dieci volte superiori al Toro, anche se rispetto al passato la Juve non è più così dominante. Cosa dire, speriamo vada meglio l'anno prossimo...".

Molti tifosi granata hanno storto il naso di fronte al Giro che transita dalle parti di Superga proprio il 4 maggio? Omaggio doveroso o sacrilegio, lei cosa ne pensa?

"Lo so che in molti non l'hanno presa bene, ma io penso che si possano collegare i due eventi, in fondo la strada per arrivare alla Basilica è libera, il Giro non poteva ignorare il Grande Torino. E se lo avesse fatto avrebbero detto che non omaggiava gli Invincibili proprio nel giorno in cui si partiva da Torino...".

Franco, chi lo vince quest'anno il Giro?

"Lo sloveno Pogacar sicuramente è il grande favorito: grande campione, completo, capace di vincere dovunque, secondo me potrebbe diventare un altro Merckx... Al Tour, se Vingegaard (vincitore delle ultime due edizioni, ndr) recupera dal recente infortunio, è destinato a fare più fatica, ma se c'è uno che può fare l'accoppiata quello è proprio lui".

E tra gli italiani da chi possiamo aspettarci qualcosa?

"Il giovane Tiberi potrebbe essere la sorpresa, anche se dopo il ritiro di Nibali non abbiamo ancora uno che possa competere con i migliori per la vittoria finale, forse qualcosa di più possiamo aspettarci dagli arrivi di tappa. Magari già dalla prima? Occhio che uno come Pogacar ha le caratteristiche per prendere subito la maglia e tenerla fino alla fine del Giro...".

Massimo De Marzi

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