La città di Torino, con le sue ricchezze in ambito storico ed architettonico ha destato, e continua a destare, un intramontabile fascino in chiunque vi giunga, che sia per un passaggio fugace od un soggiorno più o meno prolungato nel tempo.
Tra le tante figure di spicco rimaste incantate dal capoluogo sabaudo vi è, sicuramente, il celebre scrittore americano Mark Twain noto, tra gli altri, per il suo romanzo "Le avventure di Tom Sawyer". Giunse in città nel 1878 e ne rimase subito incantato, tanto da dedicarvi numerose parole di elogio.
Descrivendo la Galleria Subalpina, costruita appena quattro anni prima nella Belle Epoque sia come passaggio che come luogo di incontro e svago della Torino bene, scrisse: "Di sera, quando è illuminato dal gas e popolato da una moltitudine di gente che vuole divertirsi, che va a zonzo, che chiacchiera, che ride, è uno spettacolo degno di essere visto".
Ma la sua esaltazione di Torino non si fermò quì. Infatti Twain, usando parole degne di un grande urbanista, scrisse: "Torino è una bellissima città. Come spaziosità supera, io penso, tutto ciò che è mai stato immaginato prima... Le vie sono straordinariamente ampie, le piazze lastricate prodigiose, le case enormi e ben fatte, e riunite in blocchi uniformi che filano via nella distanza, diritti come una freccia. I marciapiedi sono larghi quasi come le vie ordinarie in Europa, e sono coperti da un doppio portico retto da colonne e grossi pilastri di pietra. Uno cammina dall'una all'altra di queste spaziose vie sempre al riparo, e tutto il suo tragitto è fiancheggiato dai negozi più graziosi e dai ristoranti più invitanti".
Da quel viaggio, per Mark Twain la città di Torino divenne immediatamente uno dei suoi luoghi d'elezione.