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Economia e lavoro | 05 aprile 2024, 11:05

Mirafiori ha perso il tocco magico della 500 elettrica: l'inizio del 2024 è un pianto (-51%) e un lavoratore su tre è in cassa

Lo testimonia il report Fim-Cisl sugli stabilimenti italiani di Stellantis. Solo Pomigliano e Atessa crescono. Torino crolla dopo anni di grande miglioramento dei volumi

catena di montaggio mirafiori

Frenata molto brusca per gli stabilimenti torinesi di Mirafiori nel primo trimestre 2024

Stellantis frena ancora: -9,8%  nel primo trimestre del 2024 su scala nazionale, con solo Pomigliano e Atessa ad andare controcorrente. Lo dice il report di Fim Cisl per il periodo gennaio-marzo degli stabilimenti italiani del Gruppo Stellantis. 

Torino frena bruscamente: -51%

Il polo torinese, in particolare (quindi Mirafiori), cala addirittura del 51%, arrivando a 12.680 vetture prodotte rispetto ai 25900 dello stesso periodo del 2023. Il 90% degli esemplari è legata alla 500bev, il resto a quel che resta da Maserati, che arriva a 1320 unità (un decimo rispetto ai momenti migliori tra Grugliasco e Mirafiori). 

"Senza Pomigliano, che fa +26%, la performance complessiva delle sole auto, senza veicoli commericali, sarebbe in flessione del 50% - dice il segretario generale Fim-Cisl, Ferdinando Uliano -. E i veicoli commerciali contribuiscono a migliorare ancora leggermente il dato complessivo, portandolo sotto le due cifre negative".

In cassa il 35% dei lavoratori

La colpa? Proprio quella 500 elettrica che aveva invece caratterizzato la ripartenza di Mirafiori. "Da settembre 2020 c'è stato un incremento continuo, ma che ora si è rallentato se non arrestato - dice ancora Uliano - e si sta trascinando ancora adesso. Ora tutto è legato alla dinamica degli incentivi del Governo, ma si sono riscontrate richieste di cassa integrazione e contratti di solidarietà imponenti. da febbraio, circa il 35% dei lavoratori usa l'ammortizzatore sociale, se non c'è addirittura chiusura collettiva".

E aggiunge, Uliano: "Secondo la direzione Stellantis, gli incentivi del Governo potrebbero impattare positivamente con la vendita di ulteriori 20mila unità sul mercato italiano. Da gennaio 2024 la 500 bev è presente sul mercato Nord-Americano, ma a tutt’oggi non si riscontrano impatti positivi sui volumi".

Maserati all'orizzonte

E i timori per Maserati sono sempre più concreti: "Oltre alla fine di alcune produzione, lo spostamento delle nuove produzioni del Tridente dal 2025 al 2028 sono molto preoccupanti, anche per l'indotto. Tre anni senza toccare palla è molto grave", dice Uliano. "Nel primo trimestre ci sono stati 19 giorni di fermo produttivo che hanno coinvolto circa 980 lavoratori e dal 3 di aprile fino al 31 dicembre 2024 saranno coinvolti nel Contratto di Solidarietà circa 968 lavoratori in base agli ordinativi da evadere. Dal 2° trimestre verranno prodotte solo le Maserati GT e GC, che non riusciranno a compensare, nemmeno nelle versioni Folgore full-electric il fermo produttivo di Ghibli, Quattroporte e Levante. Riteniamo negativo lo spostamento del lancio produttivo del nuovo modello Quattroporte nella sua versione full-electric dal 2025 al 2028. Anche l’annuncio della produzione del nuovo suv Levante Folgore sulla piattaforma Large E-UV Bev nel 2027 ci preoccupa per i tempi troppo lunghi e per il suo possibile spostamento da Mirafiori".

E ombre simili - quasi a specchio - si riflettono anche sullo stabilimento di Modena.

 

Massimiliano Sciullo

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