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Cultura e spettacoli | 31 marzo 2024, 15:36

A Torino..."Paganini non ripete": sapete quando è nato questo modo di dire e perché?

Il racconto di uno degli episodi che fece la storia della musica e i retroscena che non tutti conoscono

A Torino..."Paganini non ripete": sapete quando è nato questo modo di dire e perché?

A Torino..."Paganini non ripete": sapete quando è nato questo modo di dire e perché?

La città di Torino, nel corso della sua storia, ha visto l'avvicendarsi di numerose figure di spicco che vi hanno reso lustro.

Ma non tutti sanno che, in città, nacque anche uno dei più celebri modi di dire. Stiamo parlando del motto: "Paganini non ripete", solitamente pronunciato ancora oggi per indicare la ritrosia a ripetere, appunto, qualsiasi cosa a chi ne fa richiesta...che sia una frase o un gesto.

Ma vi siete mai chiesti da cosa sia nato, qual è l'episodio da cui esso è scaturito?

Ovviamente il protagonista è il celebre compositore e violinista Niccolò Paganini il quale, nel febbraio del 1818, si esibì presso il teatro Carignano di Torino portando uno dei suoi straordinari concerti davanti ad un pubblico numeroso ed entusiasta.

Tra gli astanti vi era anche il duca Carlo Felice, fratello minore del re di Sardegna Vittorio Emanuele I. Egli, rimasto affascinato dallo straordinario talento di Paganini, gli chiese di ripetere una delle sue esecuzioni.

L'artista, però, celebre per la sua capacità di improvvisazione, rifiutò la richiesta, complice anche una sua patologia nervosa che lo rendeva irascibile. Così, dalla spiegazione addotta dal compositore in merito all'impossibilità di riprodurre esattamente lo stesso brano, nacque il celebre motto: "Paganini non ripete".

 

Per tutta risposta, quest'ultimo ricevette il diniego ad eseguire il terzo concerto in programma e, a sua volta, il compositore decise di annullare i successivi spettacoli previsti ad Alessandria e Vercelli.

A proposito dell'accaduto, Paganini scrisse all'amico avvocato Germi: "In questo regno, il mio violino spero di non farlo più sentire."

Fortunatamente, però, queste parole non si realizzarono. Egli, infatti, ritornerà a Torino nel 1837 e, per ringraziare Carlo Alberto per la concessione della legittimazione di suo figlio Achille eseguirà, l'8 giugno di quell'anno, un concerto per violini.

Il ricavato di quella ed altre serate, svoltesi nuovamente al teatro Carignano, verrà poi distribuito tra i parroci della città e devoluto alle famiglie meno abbienti.

Una vicenda, questa, pregna di numerosi significati, e che contribuì a rimpinguare il già folto elenco di episodi importanti per il capoluogo sabaudo.

Federica De Castro

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