Politica - 21 marzo 2024, 14:58

Suicidio assistito, il centrodestra dice no al dibattito: "Incostituzionale". Minoranza: "12mila firme nell'immondizia"

Per la maggioranza la proposta di legge di iniziativa popolare viola l'articolo 117 della Costituzione. Opposizione sulle barricate

Suicidio assistito, il centrodestra dice no al dibattito: è polemica

Sul fine vita la maggioranza guidata dal Presidente Alberto Cirio rifiuta la discussione in aula e sceglie di non decidere. Questo nonostante oltre 12mila piemontesi abbiano sottoscritto la legge di iniziativa popolare “Liberi Subito” sul “suicidio medicalmente assistito”.

Provvedimento incostituzionale

La motivazione? Per il centrodestra si tratta di un provvedimento incostituzionale. Ma facciamo un passo indietro. Lo scorso 10 novembre a Palazzo Lascaris hanno preso il via le audizioni sulla proposta di legge. Dopo mesi la pdl avrebbe finalmente dovuto essere trattata in Consiglio Regionale, ma il Presidente Stefano Allasia ha posto una questione pregiudiziale.

Secondo la maggioranza la legge è incostituzionale: violerebbe l’articolo 117 della Costituzione, che stabilisce i contorni della potestà legislativa di Stato e Regioni. Allasia ha chiarito come la pdl vada a toccare dei diritti che sono prerogativa del primo, e non di Palazzo Lascaris.

Il presidio

Non è servito il digiuno di tre attivisti e l’ennesimo presidio davanti a Palazzo Lascaris, promosso dall’Associazione “Luca Coscioni”: nelle scorse settimane era intervenuto anche il presidente Marco Cappato, che aveva invitato la maggioranza a discutere del provvedimento e poi votarlo.

La legge

 La legge di iniziativa popolare non introduce un diritto ex novo e nemmeno lo amplifica, ma stabilisce il metodo e il regolamento con cui una persona può richiedere il fine vita. La proposta rende operativo un diritto già esistente previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale 242/2019 sul caso Marco Cappato e dj Fabo e stabilisce le procedure con cui richiedere il suicidio assistito.

Minoranza sulle barricate

Per questo le minoranze sono salite sulle barricate. “E’ infondato – ha osservato il consigliere regionale del Pd Maurizio Marello il principio di incostituzionalità di questa legge perché non stabilisce una norma sul suicidio assistito: è un tema che sta a cuore alla maggioranza dei cittadini”. Ancora più netto il collega Diego Sarno: “State buttando nell’immondizia le firme di 12mila piemontesi”.

La capogruppo di M40 Unione Popolare Francesca Frediani, così come il consigliere del M5S Ivano Martinetti hanno ribadito come la legge di iniziativa popolare stabilisca regole e tempi certi sia “per le persone che chiedono di accedere al suicidio assistito, che per il personale”.

A difendere la posizione di Allasia il capogruppo della Lega Alberto Preioni, che ha detto: “La sentenza della Corte Costituzionale è giusta: anche altri esponenti del gruppo la condividono.  Non possiamo però avere 20 Regioni in Italia con regolamenti diversi”. Dopo la mancanza questa mattina del numero legale, la discussione è stata bocciata con 22 voti.

 In queste settimane si sono pronunciati a favore di questa legge Luca Zaia, presidente del Veneto, Giovanni Toti, presidente della Liguria, Attilio Fontana, presidente della Lombardia, tre governatori del centrodestra.