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Attualità | 20 marzo 2024, 17:27

Le scuole di Torino scoprono le dipendenze: alle superiori fumo, droghe, ma anche social, porno e videogame

Coinvolti nella ricerca dell'Associazione Educazione prevenzione e salute 455 studenti di Colombatto, Giulio, Copernico-Luxemburg, Santorre di Santarosa, Alfieri, Bosso–Monti e Galileo Ferraris

aula di scuola con banchi vuoti

Non solo fumo e droghe: nelle scuole superiori di Torino si diffondono dipendenze anche da videogame, porno e social

Le scuole superiori di Torino fanno i conti con le dipendenze. Non solo luogo di studio, dunque, ma anche cornice in cui i ragazzi sviluppano legami negativi con sostanze dannose per la loro salute. E ci sono dipendenze che vanno oltre le sostanze o l'alcol: ci sono situazioni gravi legate anche all'abuso di videogiochi.

E' questo lo scenario che ha cercato di portare alla luce un questionario anonimo sulle dipendenze tra i giovani realizzato dall’Associazione Educazione Prevenzione e Salute: in tutto sono stati coinvolti 455 studenti delle classi tra il secondo ed il quinto anno di numerosi Istituti torinesi, comprendenti Colombatto, Giulio, Copernico-Luxemburg, Santorre di Santarosa, Alfieri, Bosso–Monti e Galileo Ferraris

Sigaretta: uno su tre fuma, due su tre hanno almeno provato

Le prime domande sono state relative al fumo di sigaretta. Il 35% degli studenti non ha mai provato, il 32% ha provato ma non ha continuato ed il 33% continua a fumare tuttora. Tra coloro che fumano il 20% utilizza la sigaretta elettronica, il 18% le sigarette tradizionali, mentre il 2% fuma altro. Inoltre il 16% dei fumatori fuma meno di 5 sigarette al giorno, l’11% da 5 a 10 sigarette, il 4% da 10 a 20 e l’1% ne fuma di più. Quasi la metà, il 47%, ha iniziato per curiosità, il 5% per integrarsi nel gruppo, il 4% perché lo fanno i genitori o i rispettivi amici e l’1% per ribellione verso gli adulti. 

Il ruolo degli stupefacenti: quasi uno su quattro ne fa uso

Ancor più significativi i dati relativi a chi ha fatto uso di sostanze stupefacenti. Il 49% non ne ha mai fatto uso, ma ben il 7% ne fa un uso abituale. Il 6% ha provato una volta sola ed il 23% ha provato diverse volte. 

Alcol: due su tre bevono in compagnia

Il 18% non beve mai. Il 67% beve solo in compagnia, alle feste e nel weekend, mentre l’ 1% beve molto spesso, anche da solo/a. Alla domanda relativa a familiari, amici o conoscenti che abusano di alcol: il 5% ha risposto di averne molti, il 21% alcuni, il 20% pochi ed il 51% nessuno. 

Dipendenza da videogame

Sul fronte videogiochi il 15% gioca molto (tutti i giorni più ore), il 30% gioca qualche volta (2 – 3 volte la settimana per un’ora al massimo) ed il 53% non è amante dei videogiochi. In relazione alle scommesse online ben il 6% gioca molto spesso d’azzardo (più volte a settimana), il 77% non gioca d’azzardo ed il 14% gioca d’azzardo saltuariamente. 

Cibo: il 9% non mangia anche se ha fame

Per quanto riguarda il rapporto con il cibo il 67% mangia regolarmente, il 26% ha sempre fame e mangia, mentre al 6% non piace mangiare. Al 9% di questi ultimi non piace mangiare anche se ha fame, ma si vede grasso/a. Il 5% di costoro deve seguire una dieta ed il 3% non mangia perché non ha fame. 

C'è chi "dipende" anche dai social, dal caffè o dal porno

Alla domanda se nel corso degli anni lo studente pensa di aver sviluppato qualche tipo di dipendenza (possibilità di risposte multiple): la metà ha risposto nessuna. Il 26% invece ha ammesso il fumo, il 17% il cibo, il 6% l’alcol, il 5% il gioco d’azzardo, il 4% sostanze stupefacenti, mentre il 9% ha risposto altro, svariando dalle gomme da masticare al cellulare, dai social media ai videogiochi, per proseguire con il caffè, la pornografia ed il sesso. Al 23% non imbarazza parlare delle proprie dipendenze, mentre il 19% ha dovuto mentire ai propri genitori per non essere giudicato/a, l’8% ha mentito e nascosto a parenti ed amici ed il 3% non riesce a parlarne con nessuno. 

Il 72% è spaventato dalle dipendenze, mentre il 27% no. Tra coloro che hanno risposto sì hanno ammesso di essere spaventati nel 49% dei casi per la propria salute fisica, il 44% per la propria salute mentale, il 33% di non riuscire ad interrompere una abitudine dannosa, il 24% dalla possibilità di perdere molti soldi, il 10% di essere scoperto dai propri genitori ed il 3% per altre motivazioni che vanno dal non fare peccato per essere musulmano al rischio di perdere il controllo, dal distruggere la propria vita e quella degli altri al non avere la propria libertà. 

Le dipendenze che preoccupano di meno sono nel 44% dei casi il cibo, nel 26% il gioco d’azzardo, nel 18% il fumo, nel 14% l’alcol e nel 10% le sostanze stupefacenti. Il 72% crede che l’ambiente in cui vive (scuola, famiglia, quartiere, amici, influencer) influenzi la probabilità di sviluppare dipendenze, mentre il 25% non lo crede. 

Il peso dell'esempio dei coetanei

Al quesito su quanto pensano che la pressione dei coetanei influenzi la decisione di sperimentare sostanze: il 22% ha risposto molto, il 51% abbastanza, il 17% poco ed il 9% per nulla. Le principali cause che portano i giovani verso le dipendenze (possibilità di risposte multiple) sono nel 67% dei casi la curiosità, nel 55% problemi personali o familiari, nel 53% pressione sociale e nell’1% altro (è ormai normalizzato, adrenalina, per moda). 

Il 23% degli studenti non crede che ci sia abbastanza “supporto” disponibile per i giovani che vogliono gestire e farsi aiutare per una dipendenza. Il 22% invece è convinto che ci sia. Oltre la metà il 53% non ne è sicuro. 

Su quale ruolo dovrebbero avere la scuola e la famiglia nella prevenzione delle dipendenze, secondo la metà è molto importante, il 43% abbastanza importante, il 4% poco importante e l’1% per nulla importante. 

Il 93% dei ragazzi non si è mai trovato in situazioni in cui ha sentito pressione a consumare alcol, droghe, sigarette o partecipare al gioco d’azzardo. Il 29% qualche volta, mentre il 4% si è trovato spesso in quelle situazioni. 

L'effetto dei media

Infine alla richiesta di un’opinione riguardo la rappresentazione delle dipendenze nei Media e nel cinema: il 37% ha risposto realistica, il 17% esagerata, il 18% sottovalutata, mentre il 26% non ne ha un’opinione.

Massimiliano Sciullo

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