Economia e lavoro - 19 marzo 2024, 15:05

Mirafiori, Tavares ha un "piano". Ma i sindacati incalzano: "Prodotti e occupazione, passiamo ai fatti"

Le dichiarazioni del ceo di Stellantis a Sole 24 Ore e Quotidiano nazionale rianimano il dibattito sul futuro dello stabilimento torinese. Airaudo (Cgil): "Basta parole"

Carlos Tavares ha parlato di nuovo del futuro di Mirafiori

"Credo che (Mirafiori, ndr) sarà uno dei maggiori Automotive park di Stellantis nel mondo. Continueremo ad avere un’attività molto intensa di design. Tutti i più bei modelli di Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth nascono qui, per non dire di Maserati. Continueremo così". Queste le parole con cui, Carlos Tavares, ceo di Stellantis, è tornato a parlare della storica fabbrica d'automobili di Torino in occasione dell'intervista pubblicata da Quotidiano nazionale e Sole 24 Ore.

Un passaggio che, però, se da un lato a rilanciato il dibattito sul futuro dello stabilimento di Torino Sud, dall'altro non sono bastate a tranquillizzare gli animi, in ambito sindacale, anche in vista dello sciopero unitario che si terrà il 12 aprile a Torino.

"Passare dalle parole ai fatti"

"Vorremmo che si passasse dalle dichiarazioni di intenti ai fatti - incalza Giorgio Airaudo, segretario regionale della Cgil - L'amministratore delegato di Stellantis dovrebbe incontrare i sindacati di Torino per Mirafiori e i sindacati nazionali per il resto d'Italia e dire delle parole conclusive. Abbiamo bisogno di sapere quali prodotti, quanta occupazione e in quanto tempo si possono saturare gli impianti uscendo dalla cassa integrazione. Questo si deve fare in un tavolo trasparente alla presenza del Governo e, per quel che ci riguarda, delle istituzioni locali, a partire dalla Regione Piemonte".

E sull'ipotesi, ventilata ormai da tempo, di un nuovo produttore di auto che potrebbe venire a costruire in Italia, magari proprio a Torino e in Piemonte, Airaudo aggiunge: "Non crediamo che una grande multinazionale come Stellantis debba aver paura di un altro produttore. In tutti gli altri paesi europei compete con altri produttori: non si capisce perché in Italia dovrebbe temere i cinesi dell'elettrico e gli americani dell'auto elettrica Tesla. Noi pensiamo che, in questo modo, difendiamo l'occupazione, difendiamo il futuro del paese e anche il futuro del sistema industriale delle piccole imprese dell'indotto che, spesso, nel timore di perdere le commesse, non alzano la voce ma che sappiamo essere molto preoccupate: noi ci occupiamo anche di loro e dei loro lavoratori”.

Oggi a Mirafiori l'ultimo Levante

E sull'ottimismo frena anche Samuele Lodi, segretario nazionale di Fiom Cgil e responsabile del settore mobilità: "Le dichiarazioni di Tavares non corrispondono alla realtà che vivono ogni giorno i lavoratori degli stabilimenti italiani. Come si costruisce il futuro se ad oggi non ci sono state assunzioni di donne e giovani per creare, progettare e produrre in Italia?". E riferendosi in particolare a Mirafiori, Lodi sottolinea come "lo scorso anno sono state prodotte solamente 80mila vetture, continua la cassa integrazione, fino al 20 aprile sulla 500 elettrica, mentre per quanto riguarda la Maserati proprio oggi sarà prodotta l'ultima vettura del modello Levante e questo comporterà da domani il ricorso ai contratti di solidarietà fino alla fine dell'anno, dal momento che non si conosce la tempistica dei nuovi modelli".

 

"Incentivi, ma in cambio di impegni di Stellantis in Italia"

E aggiunge, sul tema di eventuali player stranieri: "un nuovo costruttore europeo o extraeuropeo potrebbe garantire maggiore occupazione e volumi produttivi in Italia indispensabili per la filiera della componentistica oltre che per gli investimenti in ricerca e sviluppo. Gli incentivi all'acquisto, decisi dal Governo, sono certamente un elemento importante soprattutto nell'ambito della transizione all'elettrico, ma gli stessi devono essere condizionati alle garanzie produttive e occupazionali di Stellantis in Italia. Lo sciopero unitario di tutto il settore automotive a Torino si è reso necessario per avere risposte concrete da azienda e Istituzioni”.