Cultura e spettacoli - 16 marzo 2024, 15:30

Tanto di Cappello: al Glocal Film Festival, il docufilm che racconta gli artisti di strada di Torino

La proiezione del lavoro del torinese Angelo d'Agostino prima nazionale al Cinema Massimo il 22 marzo

Tanto di Cappello: al Glocal Film Festival, il docufilm che racconta gli artisti di strada di Torino

Cosa fanno gli artisti di strada tra uno spettacolo e l'altro? Cosa resta quando l'ultimo applauso si è spento e la folla dispersa?

Tenta di rispondere a queste domande il film documentario 'Tanto di Cappello', regia di Angelo D’Agostino, in concorso alla 23a edizione del Glocal Film Festival, che si svolgerà dal 20 al 25 marzo al Cinema Massimo di Torino. Il film è stato selezionato tra i finalisti della sezione Panoramica Doc.

Il 22 marzo alle 18 ci sarà la prima nazionale, presso la sala 1 del Cinema Massimo, in via Giuseppe Verdi 14 a Torino.

Il docufilm 

Il lungometraggio vuole raccontare con emozione e semplicità la vita di cinque artisti di strada, Andrea, Chiara, Domenico, Elisa e Rašid, partendo dalle loro origini (seguendo così il tema dell'edizione del Glocal di quest'anno), come si sono avvicinati a questa professione. Uno spaccato sulla quotidianità di chi ha scelto questo mestiere, sulla sua imprevedibilità, e sulla ricchezza umana che offre ogni performance.

Tanto di Cappello parla del senso delle cose: di ciò che c'è di incrollabile nel mestiere più precario di tutti, e che può farci riscoprire qualcosa di fondamentale su noi stessi, sul cammino che questa società si aspetta che percorriamo, e su quello che invece potrebbe condurci il lasciarsi andare all’inaspettato.

È un film che risponde a molte delle domande che avremmo sempre voluto fare agli artisti di strada... E un po' anche a noi stessi.

La mission: “Strabiliare il mondo”

Il documentario vuole cambiare la narrazione del mondo degli artisti di strada, descritti come personaggi naïf o con un velo di pietismo per la loro precarietà economica.

Angelo D’Agostino sceglie invece un viaggio introspettivo, che lascia allo spettatore la possibilità di porsi domande e immedesimarsi nelle scelte di vita cruciali di ciascun individuo.
Attraverso un ritmo incalzante, ogni personaggio prende per mano il pubblico e lo accompagna nella propria quotidianità, tra chilometri in giro per l’Italia e l’estero, strumenti, costumi e ovviamente il “cappello”, status symbol dello spettacolo di strada.

L’obiettivo che accomuna queste cinque esperienze è unico: strabiliare il mondo. Ma aleggia una domanda esistenziale: “Riuscirò ad affermarmi?”.

Cinque personaggi in cerca di... bellezza
I circensi Andrea Castiglia ed Elisa Zanlari, la lettrice Chiara Trevisan, il percussionista urbano Domenico Ciano, e il marionettista Rašid Nikolić sono i messaggeri di bellezza di Tanto di Cappello. Ognuno porta in scena la propria arte, raggiunta con percorsi di formazione e facendo il proprio personalissimo conto con l’impatto della piazza e del cappello. Spettacoli che nascono da uno studio o si improvvisano a seconda del pubblico che si ha di fronte, performance che si adattano al palcoscenico, mai casuale ma sempre scelto con molta cura.

“Ciao, io vado a togliermi la vergogna” è la frase di uno dei personaggi quando comunica alla famiglia la scelta di intraprendere questa strada. C’è chi ha invece raccontato piccole bugie ai propri cari per non innescare delusioni. Altri ancora portano la famiglia nel proprio spettacolo. Il risultato è un “coming out” dell’artista, un quadro realistico della trasformazione, dove le emozioni e la bellezza di queste vite incantano e sconvolgono positivamente lo spettatore.

redazione