Ricerca, innovazione e sviluppo. Sono concetti che non sono estranei al settore primario, quello dell'agricoltura, soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici e del modello di sviluppo che devono sopperire alle difficoltà.
Un cammino alla ricerca di risposte, come quello portato avanti anche questa mattina dalla Fondazione Agrion, che ha organizzato il convegno "Agricoltura, Piemonte, futuro" presso il Grattacielo della Regione.
"Non vogliamo insegnare nulla, ma siamo a disposizione per costruire percorsi e rafforzare sinergie a livello territoriale per produrre risultati, piuttosto che mettere bandierine", sottolinea Giacomo Ballari, presidente della Fondazione Agrion. "Bisogna costruire un motore nuovo per il futuro dell'impresa e dare una svolta, sottraendo le nostre eccellenze ai cambiamenti climatici. Perché siamo sotto scacco".
Numeri che pesano sull'economia
E lo scacco riguarda un mondo fondamentale, per l'economia locale: l’agroalimentare pesa per il 9,4% dell'import e quasi il 15% dell'export nazionale del settore. Cifre che pongono il Piemonte al quarto posto tra le regioni italiane. Il 36% del territorio piemontese è destinato alla produzione agricola, con circa 923.428 ettari di superficie agricola utilizzata. Ma un'altra caratteristica è la frammentazione: la media è di 21 ettari per azienda.
Nel 2021 il settore agricolo, della pesca e forestale piemontese ammontava a 4,2 miliardi di euro e tra i prodotti più apprezzati sono vino e prodotti dolciari. Le destinazioni commerciali sono al 76,2% in area UE, con la Francia a pesare per oltre il 21%, seguita dalla Germania (15%) e quindi Uk, Spagna e Belgio. Fuori dall'Europa spiccano Usa e Paesi asiatici.
La qualità viene poi garantita da 23 denominazioni tra DOP e Igp, nel settore alimentare, mentre 59 sono nel settore del vino. Altre 341 produzioni tipiche sono regolamentate dalla dicitura Pat (Prodotto agroalimentare tradizionale). In crescita anche le produzioni biologiche, arrivate a riguardare 3215 aziende.
Trasformazioni e cambio generazionale
"Siamo di fronte a trasformazioni epocali - ricorda il presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia -, ma oltre ad ambiente e digitale presto dovremo fare i conti anche con la trasformazione demografica, con cui presto dovremo fare i conti". "Ecco perché innovazione, ricerca e sperimentazione sono fondamentali, do fronte a un cambiamento ormai irreversibile".
Ancora i numeri sottolineano infatti come dal 2018 al 2023 le aziende agricole siano scese da 52.324 a 48.632. E nel 2022 solo 6656 avevano titolari con meno di 40 anni.
"Agrion fa ricerca di eccellenza - dice l'assessore regionale all'agricoltura, Marco Protopapa - e la loro professionalità è stata una spalla importante in questi anni. Ora bisogna decidere, in fretta e insieme, cosa fare a partire da domani. Bisogna avere resistenza e resilienza, caratteristiche che prima si sottovalutavano".
Saperi al servizio della politica
"Ci siamo avvalsi più volte delle competenze di Agrion - conferma Monica Canalis, consigliere regionale Dem - per fronteggiare i grandi cambiamenti che impattano sull'agricoltura regionale. Ecco perché il contributo tecnico di appoggio della Fondazione è fondamentale: ci sono moltissime sfide da affrontare, come la peste suina e non solo. Serve comunione di intenti e unione di forze".
"Quello dell'agricoltura è un mondo che va costantemente tenuto sotto attenzione - conferma Claudio Leone, presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale-. Nel nostro territorio ci sono molte problematiche e spesso ci siamo trovati a fare la Regione capofila a livello europeo".
E Paolo Bongioanni, capogruppo Fdi, aggiunge: "La risposta della ricerca in un momento come questo è quanto di più importante si può avere. Per questo ci impegnamo per dedicare le risorse necessarie a proseguire il lavoro".