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Copertina | 14 marzo 2024, 00:00

Elena Sgubbi (Ismel): "Con la Settimana del Lavoro andiamo alla ricerca della Felicità, tra equità, benessere e sviluppo"

Appuntamento dal 18 al 23 marzo presso il Polo del '900. Obiettivo finale: un Manifesto condiviso tra tutti i protagonisti del mondo dell'occupazione

Elena Sgubbi (Ismel): "Con la Settimana del Lavoro andiamo alla ricerca della Felicità, tra equità, benessere e sviluppo"

Se il mondo sta cambiando, quello del lavoro non fa eccezione. Anzi. Lo sa bene Elena Sgubbi, direttrice di Ismel, Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro, dell’Impresa e dei Diritti Sociali che organizza la Settimana del Lavoro. L’appuntamento, presso il Polo del ‘900, è dal 18 al 23 marzo per quella che rappresenta la quarta edizione dell’evento: giornate intense, in cui si cercherà di analizzare attraverso 18 panel in che direzione sta muovendosi l’universo dell’occupazione e dei mestieri.

Dottoressa Sgubbi, il titolo scelto per la Settimana del Lavoro 2024 è “Voglio vivere bene”. Una frase che nasconde una complessità ben più profonda di quel che può sembrare, quando si parla di lavoro. È così?

"Abbiamo voluto mettere al centro dei dibattiti che caratterizzano la nostra rassegna biennale, siamo alla quarta edizione, il punto di vista delle persone e il mutato rapporto che intercorre tra le loro esigenze di vita e quelle di lavoro. Il fenomeno è ampio e articolato e abbiamo voluto affrontarlo contestualizzando i dati delle ricerche con testimonianze sia di lavoratori che di realtà che sperimentano nuovi modelli organizzativi. Il tema ha anche determinato la collaborazione con «Torino Capitale della Cultura d’Impresa 2024» nel cui programma abbiamo inserito alcuni panel che riportano le esperienze di imprenditori e imprenditrici".

Le tre parole chiave che avete individuato per analizzare il tema sono “equità”, “benessere”, “sviluppo”. In che modo si intrecciano tra loro e con l’attuale mondo del lavoro?

"I tre termini qualificano il filo conduttore della Settimana del Lavoro 2024: il benessere degli individui che si può generare dalla qualità di vita del lavoro. La loro complessità rinvia a fenomeni multidimensionali, che si esprimono per esempio nelle molte declinazioni della disuguaglianza, o nelle molteplici condizioni da cui dipende il benessere dei lavoratori, infine nei molti aspetti con cui le organizzazioni devono perseguire la trasformazione. La lettura che abbiamo cercato di proporre è appunto interdisciplinare, mettendo a confronto esperienze dirette contestualizzate nello scenario dell’attualità sociale. Ne sono esempio i panel che affrontano l’influenza e il peso che le disuguaglianze determinano sullo sviluppo e le possibili implicazioni dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in vari contesti lavorativi".

Dopo la pandemia, in tutto il mondo (e Torino e il Piemonte non fanno eccezione) si sono evidenziati dei cambiamenti nella percezione della dimensione lavorativa rispetto alla vita privata. È un tema che sarà trattato durante la Settimana del Lavoro?

"Per raccontare quale sia stato l’indicatore più significativo che ci ha spinto a indagare il cambiamento in corso si deve ricorrere alla parola “felicità”, ardita se viene accostata a salario o sicurezza (parole chiave inderogabili quando si parla di lavoro), ma veritiera della percezione del valore che le persone attribuiscono al benessere dopo il grande dissesto lasciato dalla pandemia nel nostro vissuto. Non a caso presentiamo l’ultima edizione del «Barometro della Felicità», l’indagine annuale che misura lo stato di salute della felicità e del benessere dei lavoratori, sia nella dimensione aziendale sia in quella individuale e sociale. Proponiamo anche ai piccoli imprenditori, professionisti, artigiani un workshop pratico che intende fornire le linee guida essenziali da mettere in pratica per migliorare il benessere delle persone sul lavoro, da cui sempre più dipende la solidità e la crescita aziendale".

Gli alfieri di quella che sembra essere una rivoluzione nel mondo di vedere, vivere (e soprattutto cercare) il lavoro sembrano essere i giovani. In che modo sta cambiando la loro visione di questo elemento, forse non più così centrale?

"Le ricerche svolte dal Dipartimento Culture, politica e società dell’Università di Torino raccontano che per gli under 35 la qualità rimane un requisito essenziale per il lavoro che cercano e vogliono intraprendere, ma il lavoro assume connotazioni diverse rispetto al passato. Deve essere interessante, ma deve conciliarsi con il tempo per la famiglia, la cura e il tempo libero. Questo atteggiamento esprime una nuova ricerca di senso del lavoro, che si sviluppa accanto alle altre dimensioni della propria vita. Questi cambiamenti paiono essere una reazione ai processi prima di flessibilizzazione, ma anche di parcellizzazione e frammentazione del lavoro che si sono verificati negli ultimi trent’anni in Italia. Sono tre gli incontri che vedranno protagonisti le richieste delle nuove generazioni: due sono il risultato di percorsi svolti all’interno delle scuole superiori torinesi e il terzo incontro è rivolto agli studenti universitari".

Stipendio, prestigio, carriera. Non sono più il traguardo finale?

"Per avere un vantaggio competitivo sul mercato le organizzazioni hanno bisogno di fidelizzare e motivare le persone affinché possano trovare nell’ambiente lavorativo una realizzazione coerente con i propri obiettivi. La volontà di comprendere cosa spinga una persona a legare il proprio futuro a una determinata impresa determina l’adozione di strategie che consentano di lavorare secondo il ciclo di vita delle persone, nel rispetto delle diverse generazioni che si intersecano nei contesti lavorativi. Il clima aziendale, la valorizzazione della partecipazione dei lavoratori, l’attenzione al benessere delle persone sono alcuni dei fattori che le aziende iniziano a considerare determinanti per il proprio successo. Imprese, organizzazioni cooperative, pubblica amministrazione portano a confronto i loro progetti organizzativi, di welfare, di responsabilità sociale, di employer branding".

L’obiettivo dell’edizione 2024 della Settimana del Lavoro è di compilare un Manifesto della qualità della vita declinata con il lavoro: che tipo di documento vi aspettate?

"Il percorso che attraversa i 18 panel che si svolgono durante la Settimana del Lavoro dà voce alle forze che sono parte attiva nel mondo del lavoro e portano le testimonianze di aziende, associazioni datoriali, sindacati, cooperative che compongono le attese dei lavoratori, e riportano anche la visione molto articolata degli studenti che al mondo del lavoro devono ancora accedere. Tutte queste voci esprimono istanze che vogliamo comporre in un documento corale, che ci guidi a una mappatura progressiva delle tendenze delle esigenze delle persone rispetto al lavoro sulle quali continuare a indagare, registrando priorità e segnali che sono la base per costruire risposte concrete e condivisibili. Ismel è un ente archivistico che dedica le sue attività alla Memoria e la Cultura del Lavoro: creare documentazione per individuare percorsi di cultura e trasformazione nell’ambito del lavoro è la nostra missione che si esprime anche con progetti che hanno come cardine di incontro con il pubblico la Settimana del Lavoro. Con il Manifesto della qualità di vita di lavoro prepariamo il materiale per l’edizione 2026”.

Massimiliano Sciullo

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