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Economia e lavoro | 13 marzo 2024, 12:05

Sicurezza sul lavoro, il Covid "sgonfia" le denunce di incidenti, ma resta l'allarme: "Cultura e prevenzione"

Caretti (Cisl): "Un datore di lavoro che espone apposta i dipendenti al pericolo va trattato come un criminale"

Sicurezza sul lavoro, il Covid "sgonfia" le denunce, ma l'allarme resta alto

Sicurezza sul lavoro, il Covid "sgonfia" le denunce, ma l'allarme resta alto

Il cantiere Esselunga a Firenze è la ferita che sta sanguinando, ma anche il crollo della Gru in via Genova, a Torino, è ancora un dolore senza conforto. E prima ancora, la strage Thyssen, oltre a tanti episodi più isolati, ma altrettanto gravi.

"Non ci deve per forza scappare il morto"

Cisl Piemonte vuole tenere accesi i riflettori sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. E lo fa promuovendo un decalogo diffuso su scala nazionale, che vuole svincolarsi dal singolo episodio. "Non ci deve per forza scappare il morto", sottolinea Luca Caretti, segretario generale Cisl Piemonte. "I fondi da 14 milioni concordati a fine anno con la Regione sono un primo passo - aggiunge - ma ora bisogna declinare sul territorio l’azione di chi deve fare prevenzione".

"Rafforzare la cultura della prevenzione"

Un concetto ribadito anche da Mattia Pirulli, segretario confederale Cisl, oggi a Torino: "Abbiamo dato vita in tutta Italia a una lunga mobilitazione sui luoghi di lavoro, lo scopo è arrivare a un grande patto tra le parti sociali e il Governo per raggiungere il traguardo della sicurezza. A cominciare dal rafforzare la cultura su questo tema: si deve cambiare la mentalità, ma anche fare formazione sui pericoli specifici nei singoli ambiti di lavoro. Ecco perché non serve un singolo gesto, ma una lunga mobilitazione".

Sulla proposta avanzata dalla Cgil sulla creazione del reato di Omicidio sul lavoro (già respinto al mittente dal ministro Nordio), Caretti spiega: "Il primo passo è una patente a punti per le aziende, ma anche intensificare le sanzioni. Serve però innanzitutto fare prevenzione e diffondere consapevolezza. E se c'è un datore di lavoro che manda consapevolmente la gente a morire, va trattato come un delinquente qualsiasi".

I numeri del post Covid

I numeri, intanto, raccontano una realtà da leggere con attenzione. Finita la pandemia del Covid, infatti, calano le denunce complessive: in Piemonte si è scesi dalle 46.623 del 2022 alle 35.277 del 2023. Ma nel manifatturiero e nelle costruzioni, per esempio, i casi sono aumentati (+1,9 e +5,4%). Nei servizi e nella PA invece il calo è stato anche dell'80%.

Cala anche il numero dei decessi, da 93 a 75, ma la riduzione è soprattutto nella casistica in itinere (da 30 a 14). "Una diminuzione  positiva - spiegano da Cisl - ma che poco ha a che fare con la sicurezza sui luoghi di lavoro, dove i casi restano invariati o quasi". Aumentano, infine, i casi di malattia professionale (+17%), tumori soprattutto. Da 158 a 221. Preoccupa particolarmente la casistica di neoplasie al polmone (+165%).

Massimiliano Sciullo

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