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Attualità | 09 marzo 2024, 11:31

Aiutate 25 mila persone in difficoltà, distribuiti 220 mila pasti, sostenuti 113 progetti: la Chiesa di Torino "Comunità fraterna"

Presentato il 2023 redatto dall’Osservatorio torinese delle Povertà e delle Risorse: strategie e azioni messe in campo per aiutare chi vive situazioni di precarietà. Aumentati di oltre il 50% i torinesi aiutati dalla Caritas

Aiutate 25 mila persone in difficoltà, distribuiti oltre 220 mila pasti: la Chiesa di Torino "Comunità fraterna"

Aiutate 25 mila persone in difficoltà, distribuiti oltre 220 mila pasti: la Chiesa di Torino "Comunità fraterna"

Circa 25.000 persone aiutate nel 2023, di cui il 53% rappresentato da nuovi accessi mai incontrati prima e quasi 1/4 da lavoratori poveri; 220.000 pasti erogati nelle mense, 17.000 distribuzioni di generi alimentari e 12.000 spese consegnate negli empori solidali. 113 i progetti sostenuti dal fondo otto per mille per la carità, 32 dei quali dai territori delle periferie urbane. La sola rete Caritas vede in Piemonte una presenza di 31 volontari ogni 100.000 abitanti. Sono questi alcuni numeri che emergono dal dossier 2023 redatto dall’Osservatorio torinese delle Povertà e delle Risorse, quest’anno in collaborazione con altri ambiti pastorali diocesani, dal titolo "Sfumature di povertà e riflessi di opportunità".

"Comunità fraterne riflesso di carità"

Il tema dell’incontro di quest'anno, andata in scena nella mattina di oggi, sabato 9 marzo, al centro congressi del Santo Volto, ruotava intorno alle "Comunità fraterne riflesso di carità". L'Arcivescovo di Torino Roberto Repole, assieme al Responsabile della Associazione Internazionale Comunità Papa Giovanni XXIII, il torinese Matteo Fadda, era presente quando sono stati enunciati i dati del dossier statico assieme al referente di Caritas Diocesana Pierluigi Dovis e al direttore dell’Area Carità e Azione Sociale Alessandro Svaluto Ferro, agevolato e stimolato dal contributo scritto offerto al dossier dalla professoressa Elsa Fornero.

Tutti i numeri dell'Arcidiocesi di Torino

L’Arcidiocesi di Torino copre una estensione di oltre 3.500 chilometri quadrati, comprendente 158 comuni, dei quali 137 parte della Città Metropolitana di Torino (gli altri afferiscono alle diocesi di Ivrea, Pinerolo e Susa), 15 nel territorio provinciale di Cuneo (parte alta della provincia) e 6 in quello di Asti (alto astigiano). Serve una popolazione di circa 2.100.000 abitanti. Organizzativamente è suddivisa in 4 distretti pastorali all’interno delle quali esistono numeri variabili di unità pastorali – in totale 51, di cui 20 in Torino città – che cubano in totale 347 parrocchie, di cui 110 nel territorio comunale di Torino.

Nel 2023 sono aumentati di oltre la metà i torinesi che si sono rivolti alla Caritas per chiedere aiuto: su un totale di circa 25 mila persone, il 53% è arrivato da accessi mai registrati prima e in un caso su quattro si tratta di lavoratori poveri.

 

La rete caritativa è composta di oltre 350 centri parrocchiali, di associazione o di ente religioso che, complessivamente, gestiscono circa 550 servizi di natura socioassistenziale; nel 2023 principalmente si tratta di centro diurno, distribuzione e somministrazione beni alimentari, distribuzione vestiario, centri di ascolto e di sostegno, case o luoghi di accoglienza residenziale, servizi sociosanitari. Agisce con un coordinamento leggero non piramidale di interfaccia con Caritas Diocesana, Pastorale del Lavoro, Pastorale dei Migranti, Pastorale della Salute (da settembre 2023 raggruppate nell’area carità e azione sociale della Curia Metropolitana).

Il fondamentale ruolo del volontariato

Sviluppa anche alcune progettualità di maggior connessione con l’ente pubblico territoriale attraverso una gestione diretta di Arcidiocesi come, ad esempio, l’accoglienza notturna incrementale per persone senza dimora o l’accoglienza residenziale temporanea per nuclei fragili. Si appoggia al servizio gratuito e continuativo di oltre 3.000 volontari appartenenti a più sigle del volontariato ecclesiale.

Utilizza un sistema informativo di connessione e per l’elaborazione di progetti personalizzati di inclusione chiamato MATRIOsCa (Modello di ascolto telematico regionale Osservatorio Caritas) che, per la diocesi torinese, vede al momento stabilmente collegati 84 sui 90 centri di ascolto attivi. Sono 223 i volontari che tengono aggiornata la rete.

L'identikit di chi cerca aiuto

Facendo la media generale sull’intero territorio diocesano, la prevalenza delle richieste è presentata da donne, con 46-60 anni, italiane, che vivono da sole o coniugate senza prole ma anche con famiglie numerose con figli non minori o con almeno 1 minore a carico, in possesso di licenza media inferiore.

Segmentando il dato, nella città la richiesta proviene in maggioranza da uomini, dai 46 ai 60 anni, italiani, che vivono da soli o coniugati senza prole ma anche con famiglie numerose con figli non minori o con almeno 1 minore a carico, con licenza media inferiore; nel resto del territorio diocesano proviene invece da donne, dai 46 ai 60 anni, italiane, che vivono da sole o coniugate senza prole o con famiglie numerose con figli non minori o con almeno 1 minore a carico, con la licenza media inferiore.

La bassa scolarità di molti richiedenti

Dunque, la maggior parte dei richiedenti è in possesso della sola licenza media inferiore, seguita da chi possiede il diploma. Confrontando questo dato con la fascia d’età dei richiedenti si evidenzia come target specifico della rete caritativa diocesana una popolazione in età compresa tra i 40 e i 65 anni in possesso di un titolo di studio relativamente basso, fascia di età in cui si concentrano e coesistono le maggiori problematiche negli ambiti lavorativo, abitativo, economico.

Per il segmento sociale delle persone di origine straniera, in specifico, la maggior parte dei beneficiari ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni; soprattutto donne che provengono dal continente africano e dal Centro e Sud America. La più parte (almeno 83%) ha un titolo regolare di permanente sul territorio nazionale (lavoro, ricongiungimento, studio, asilo sono i principali), ma all’incirca il 17% risulta essere irregolare.

Le aree da cui arrivano le maggiori richieste

Quanto alle aree territoriali da cui provengono le richieste, in Torino si evidenziano (utilizzando i toponimi delle unità pastorali): Barriera di Milano, Mirafiori Nord, Santa Croce, seguiti da Crocetta, Rebaudengo-Falchera, Lingotto, Santo Volto, Sacro Cuore, Pozzo Strada, Lucento, Madonna di Campagna, Santa Rita, Mirafiori Sud, San Paolo, Murialdo, Parella ; nel resto della Diocesi troviamo Collegno, Savigliano, Bra, Venaria, Chieri, Orbassano, Settimo, Ciriè, Caselle, Grugliasco, Racconigi, Santena, Villafranca, None, Castelnuovo don Bosco, Piossasco, Reano, Moncalieri, Rivoli, Giaveno.

Casa, disabilità e centri caritativi

Anche il tema abitativo presenta elementi di particolare rilievo. La maggior parte delle famiglie ascoltate – circa il 40% - sostiene un affitto nel mercato della locazione privata. L’ambito della cura della salute è riferibile prevalentemente a persone sole e capifamiglia in età compresa fra i 46 e i 60 anni, più in generale nelle persone sole e nei nuclei familiari che non comprendono minorenni. Crescono i soggetti con disabilità (5% circa) e, ancor più sensibilmente, quelli con non autosufficienza (15% sul totale) che debbono chiedere aiuto ai centri caritativi.

Il volontariato ecclesiale, a dispetto di età media e decremento numerico, continua a porsi come compagno di viaggio a fianco delle persone fragili. L’affondo sul profilo dei volontari, come quelli descrittivi delle azioni sul tema lavoro e salute, portano a confermare che la rete esiste e, a dispetto della età media degli operatori anche nel 2023 ha retto. Anzi, si è ulteriormente rafforzata.

redazione

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