I Radicali scendono in piazza Castello, davanti alla Prefettura di Torino, per annunciare l'inizio di uno sciopero della fame degli esponenti radicali Igor Boni e Silvja Manzi.
Revocare le onorificenze ai gerarchi russi
La protesta ha come obiettivo la richiesta, indirizzata al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di avviare immediatamente la procedura di revoca delle onorificenze conferite in questi ultimi anni a gerarchi russi. Per questo motivo i manifestanti hanno esposto delle scatole per le medaglie vuote, indicando così l'intento di rimozione delle varie onorevole.
Nel 'mirino' Peskov, il portavoce di Putin
Il primo magnate russo a finire nel mirino dei Radicali, di cui i manifestanti hanno chiesto l'immediata rimozione delle onorificenze italiane, è Dmitry Peskov, il portavoce di Vladimir Putin che dal 2017 possiede il titolo di "Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana".
"L'Italia è il ventre molle dell'Europa rispetto alla politica estera nei confronti della Russia - ha dichiarato Manzi - Le onorificenze conoscesse sono uno scandalo. Tramite lo sciopero della fame chiediamo di togliere questi indegni titoli, a partire da Peskov".
La revoca delle onorificenze per i Radicali sarebbero anche un chiaro segnale di presa di posizione da parte del governo: "Ci rivolgiamo al premier Meloni perché è lei che può attivare questa revoca - ha dichiarato lo storico esponente radicale Igor Boni - Servirebbe non solo simbolicamente ma concretamente per non dare ambiguità sulla questione Russo Ucraina dell'Italia".
"Salvini ha ancora un accordo firmato con il partito di Putin dal 2017 - continua - Riconosciamo al premier di essersi comportata in modo corretto sulla questione russo Ucraina, ma è ora di eliminare le ambiguità che il mondo vede nell'Italia, come la questione legata al vicepremier Salvini".
30 anni fa trovato morto a Mosca dirigente Radicale
La scelta della data per il lancio dell'iniziativa non è casuale: il 27 febbraio 1994 moriva Andrea Tamburi, storico militante e dirigente del Partito Radicale che venne trovato senza vita a Mosca, tutt'ora sul caso il Cremlino non ha mai voluto fare luce. Ma la data del 27 febbraio ricorda anche la morte di Boris Nemtsov, uno dei principali oppositori al governo russo.
Esattamente 9 anni fa, uno dei principali antagonisti di Vladimir Putin, venne assassinato a Mosca a colpi d'arma da fuoco, in prossimità del Cremlino.