350 ragazzi delle scuole sono venuti al Circolo dei lettori per ascoltare le parole di Fedez sulla salute mentale in occasione del Festival Tu mi hai capito? - Una comunità che cura e che si svolgerà fino al 1 marzo.
Mettendo in pausa la bufera mediatica che lo ha travolto dopo le voci della presunta separazione della moglie Chiara Ferragni, il rapper (sempre con la fede al dito, ndr) si è dedicato a una delle cause sociali che gli sta più a cuore.
Insieme alla giornalista Chiara Bidoli, ha parlato della sua lotta con la depressione.
“Mi viene difficile esternare la mia esperienza, non immediatamente quanto meno. Palesare al pubblico anche solo di prendere psicofarmaci è visto come uno stigma”, ha esordito il rapper milanese. “Quando nell’ambiente discografico un artista fa uso di psicofarmaci lo si vede come una cosa respingente”.
Il cantante dopo aver affrontato importanti problemi di salute ha deciso di aprirsi su questo tema. “Ho rischiato di morire, mentre ero nel letto d'ospedale ho proprio detto che cazzo me ne frega, perché credo che al netto di quello che si può fare in termini tecnici, palesare le proprie esperienze possa essere utile agli altri”.
“In questo paese la salute mentale sarà il tema dei prossimi dieci anni, soprattutto per voi - ha detto rivolgendosi ai ragazzi -. La politica e i media non ne parlano minimante, perché non porta voti e non porta soldi”.
Fedez durante l’incontro con i ragazzi ha raccontato la sua esperienza terribile con gli psicofarmaci che lo ha portato a una depressione farmaco resistente, talmente acuta che resiste ai farmaci.
“Quando mi sono disintossicato il mio cervello richiedeva qualcosa che non aveva più, il che è sfociato in una depressione. Questo per dire però che in Italia la salute mentale non è seguita per niente”.
Il rapper ha sempre raccontato tutto della sua vita sui social nel bene e nel male.
“Penso di essere testimone del fatto che il denaro e la fama risolvono un problema, ma non i problemi” ha specificato.
E sul tema della chiusura dei centri sociali, ha ripreso quanto detto dal torinese Alessandro Barbero in merito alla questione di Askatasuna.
“Sono d’accordo con lui, perché vengo dai centri sociali, sebbene fossero contesti violenti venivi a contatto con le persone. Il futuro dei ragazzi ora sarà di stare di fronte a un telefono è un peccato secondo me - ha spiegato Fedez -. Il problema non è dei ragazzi è di chi non offre loro alternative”.
Infine, il consiglio ai giovani: “Parlare con i propri cari va bene, ma parlarne con un esperto è meglio. Non fatevi convincere da chi vi dice che la depressione non esiste”.