"Siamo sconvolti dalla notizia che TE Connectivity abbia ribadito il suo piano di chiusura per lo stabilimento di Torino". Così, in una lettera, il sindacato europeo che rappresenta i lavoratori dell'industria manifatturiera ha voluto manifestare la propria vicinanza ai 220 addetti dell'azienda che ormai da settimane ha manifestato l'intenzione di ridurre il suo impegno sul territorio.
Decisione che è una doccia fredda
Lo ha fatto con una lettera indirizzata a Fiom e Fim di Torino e porta in calce le firme dei vertici di IndustriAll, la sigla che appunto rappresenta 7 milioni di lavoratori a livello continentale: Judith Kirton-Darling e Isabelle Barthes, rispettivamente segretaria generale e la sua vice. "Questa decisione è senza dubbio una doccia fredda per il personale qualificato dell'azienda che ha contribuito al suo successo e alla sua buona reputazione internazionale. Critichiamo la mancanza di trasparenza di questo processo, poiché non è stata effettuata una consultazione formale dei rappresentanti dei lavoratori. L'annuncio della delocalizzazione deve essere stata una brutta sorpresa. Per i lavoratori la disoccupazione si avvicina, poiché sembra essere stata fissata la data del 30 settembre 2025 per il trasferimento completo dell'attuale produzione".
Massimizzare i profitti senza pensare agli impatti
"È molto preoccupante - aggiunge la nota - che questa azienda persegua una strategia di massimizzazione dei profitti senza considerare l'impatto sull'occupazione e sulla produzione industriale in Italia. Le prospettive di reindustrializzazione dello stabilimento di Collegno appaiono incerte. Per l'economia e la prosperità dell'Europa è essenziale riuscire a mantenere e sviluppare ulteriormente aziende competitive ad alta tecnologia, evitando la delocalizzazione, ad esempio in Cina o negli Stati Uniti".
Una lettera per invitare a ripensarci
Ma il sindacato europeo non si è limitato alla comunicazione verso i colleghi torinesi. In una lettera indirizzata alla direzione di TE Connectivity in Svizzera, infatti, IndustriAll ha esortato l'azienda a "riconsiderare la propria decisione e ad avviare un dialogo costruttivo con i rappresentanti dei lavoratori su come sfruttare le loro competenze, la capacità industriale d el sito e l'interesse delle autorità regionali e nazionali per rafforzare la produzione europea di elettronica e semiconduttori dell'azienda".