Oramai ben saprete quanto sia importante per me e, di conseguenza, per la rubrica concentrarmi su tematiche - persone e innovazioni - vicine alla Natura e al suo rispetto.
Anche quest'oggi, perciò, desidero raccontarvi una storia: la vittoria sullo status quo, un'altra voce fuori dal coro (anzi, due!), libertà di esplorare e percorrere sentieri non ancora battuti.
Ci vuole poco ad accorgersi degli immensi profitti derivanti dal mondo della moda: una delle poche realtà commerciali a saper coniugare bisogno e sogno. Mi spiego meglio: chiunque, suo malgrado, deve vestirsi, giusto? Sia una scelta dettata dal decoro, per protesta, cultura o mantenersi semplicemente al caldo. Tuttavia, nel soddisfare questa necessità, in base alle proprie circostanze, nessuno ci vieta di ricercare la bellezza, di esprimere estro e creatività, di essere più o meno tradizionalisti. Comunicare chi e come siamo; personalità e stile a braccetto.
Nel solo anno 2022, benché reduce dal lungo blocco produttivo dovuto alla pandemia, gli introiti legati al tessile sono stati da record: circa 96,6 miliardi, di cui 37,6 provenienti dall'haute couture italiana. Brand, pubblicità, sponsorizzazioni, eventi culturali, prime cinematografiche, sfilate, kermesse e servizi fotografici; difficilmente un prodotto si dimostra tanto capillare e tanto potente, simbolo di benessere e veicolo comunicativo (basti pensare agli abiti indossati dall'imprenditrice digitale Chiara Ferragni in occasione del Festival di Sanremo).
Ma cosa dovrebbe comunicare il settore dell'abbigliamento, oggi? Mi correggo: cosa potrebbe migliorare per dimostrarsi al passo coi tempi, attento alla condizione terrestre e più proiettato a un cambiamento sostenibile piuttosto che al profitto?
A questa domanda, articolata quanto profondamente pragmatica, rispondono in modo esaustivo i due imprenditori messicani, protagonisti dell'articolo odierno.
Desserto, la loro startup dedicata ai biomateriali, è riuscita in qualcosa di inimmaginabile (almeno fino ad ora): ricavare pelle e cuoio dalle piante grasse; in particolare, da una varietà di cactus molto comune nello stato messicano delle Zacatecas. Questo tipo di cactus è famoso per la sua scorza robusta e spessa, in qualche modo simile alla pelle di origine animale. Che altro? Per realizzarla non serve alcuna sostanza chimica, ftalato o PVC; ciò permette comunque di ottenere un variopinto caleidoscopio di colori, spessori e trame. Ennesimo punto di forza del progetto, il fatto che la pianta non abbia bisogno di acqua né per crescere né per essere lavorata!
Inutile negarlo: il pellame è IL materiale per eccellenza, il più resistente e antico al mondo, simbolo della nostra storia e resilienza. Duraturo e affidabile (oltre che primordiale), ha rappresentato per molti secoli e civiltà la sopravvivenza. Eppure, in quest'era moderna, nonostante le scoperte e le innovazioni tecnologiche siano all'ordine del giorno e riguardino praticamente ogni campo dello scibile umano, ricopre ancora un ruolo troppo centrale nell'industria tessile. Un'industria "schiava" del rapporto domanda-offerta che, per fortuna, è in costante evoluzione. E questo dinamismo, finalmente, le ha permesso di invertire il senso di marcia, sfruttando le moderne tecnologie. Certo, viviamo nell'epoca del politically correct, in cui tra i riconoscimenti più ambiti vi è proprio quello di essere #green, ma poco importa che la causa scatenante sia compiacere un pubblico sempre più consapevole verso l'ambiente, se ciò conduce la moda a scelte etiche. E tra queste - sarete d'accordo - non c'è più spazio per l'utilizzo di carcasse né per la miriade di sostanze chimiche necessarie alla conciatura delle pelli, causa di gravi danni ecologici.
Qualche dato? I conciatori trattano la materia prima di origine animale con oltre 250 sostanze chimiche, tra cui formaldeide, cianuro, arsenico e cromo. Una volta "scaricate" nei corsi d'acqua, ha inizio il vero dramma: l'inquinamento degli oceani, il pericolo per la vita marina e l'aumento esponenziale del rischio di malattie per l'essere umano. Ulteriore effetto collaterale, quello prodotto dall'allevamento: le grandi quantità di emissioni di CO2 possono raggiungere addirittura il 14,5% delle emissioni totali di gas serra.
Certo, pelle e cuoio hanno caratteristiche uniche, sia sul piano termico che su quello dell'impermeabilità. Provvedere a un degno sostituto non è sfida facile; eppure, sempre valido è il detto: volere è potere!
Adrián López Velarde e Marte Cázarez, gli imprenditori messicani poco fa citati, stanno aprendo la strada affinché il futuro diventi realtà OGGI. Fondatori della Desserto, hanno trovato un'alternativa valida e vegana alla pelle; soluzione non solo ecologica bensì aderente per aspetto e consistenza al cuoio. Questo prodotto (già brevettato e immesso sul mercato) potrebbe salvare milioni di animali da una morte lenta e crudele; va da sé quanto sia essenziale garantirne la disponibilità su larga scala il prima possibile.
Inoltre, secondo e non meno importante risultato, una riduzione significativa (per non dire totale) dell'inquinamento e degli scarti produttivi; dettaglio fondamentale per i due starter, considerando le loro precedenti carriere nel settore della moda e delle automobili di lusso.
Commovente notare quanto un'esperienza passata, in questo caso negativa, possa rappresentare spesso il punto di svolta, il momento cruciale in cui ammettere che così non va, che così non ci piace. Che non siamo obbligati a scendere a compromessi coi nostri valori, proseguendo una pratica distruttiva (lavorativamente e/o personalmente), soltanto perché “così si è sempre fatto”. Imparare dagli errori, sentire ancora il pizzicore della coscienza, prima del suo totale intorpidimento, rimpolpa di speranza la vita.
Adrián e Marte hanno preso posizione e detto NO, tramite l'unico vero linguaggio: l'azione; progettando e concretizzando un deciso dietro front. Andare contro corrente richiede sforzo, certo, ma l'immobilismo pretenderà un conto ben più salato, alla fine della corsa. Loro lo hanno capito e, coraggiosamente, hanno offerto al pianeta in ginocchio un piano B.
Così, nel luglio 2019, il loro cuoio derivato dai cactus ha mosso i suoi primi passi. Dove? Nella capitale della moda, ovviamente, Milano!
Sì, ottenere pelle e cuoio cruelty free è possibile! L'ingegneria moderna si sta dimostrando ogni giorno più creativa e protettiva nei confronti della Terra e dei suoi abitanti, scrollandosi di dosso secoli di incuria e veleno,oltre a un carico di sofferenza indicibile per gli animali.
L'ingegno e la capacità adattativa sono tra i principali potenziali dell'uomo: maggiore è la sua volontà, maggiori la creatività e la consapevolezza nell'agire. Se solo non fosse sempre la paura o il countdown delle risorse disponibili a innescarle!
Per la poesia odierna, ho pensato alla penna inimitabile di Giorgio Caproni: poeta, critico letterario, traduttore e scrittore livornese.
VERSICOLI QUASI ECOLOGICI
Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: “Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra”.
Questo verso, in particolare:
“Non soffocate il lamento”
Piccolo spoiler: la Natura potrà pure lamentarsi, ma saremo noi a piangere.
Pensateci su.
Alla prossima