Seconda giornata di gare, all’Inalpi Arena di Torino, per il Grand Prix FIE Trofeo Inalpi di fioretto, con in corso le qualifiche maschili per la conquista del tabellone principale di domani.
Per quanto riguarda gli azzurri in gara, sono stati esentati per diritto di ranking Tommaso Marini, Daniele Garozzo, Alessio Foconi e Filippo Macchi, ai quali cercheranno di aggiungersi Guillaume Bianchi, Raian Adoul, Giorgio Avola, Mattia De Cristofaro, Alessio Di Tommaso, Damiano Di Veroli, Davide Filippi, Giuseppe Franzoni, Francesco Pio Iandolo, Francesco Ingargiola, Giulio Lombardi, Edoardo Luperi, Tommaso Martini, Lorenzo Nista, Federico Pistorio e Damiano Rosatelli.
Il tabellone femminile, intanto, al via domani alle ore 9 con i primi turni, vede testa di serie numero uno la statunitense Lee Kiefer, seguita dall’azzurra Alice Volpi, numero due, e diciotto azzurre alla partenza.
Tommaso Marini, campione mondiale in carica, a proposito della ripresa dall’intervento alla spalla: “E’ stato un rientro molto difficile, un lavoro duro perché non credevo che la fisioterapia richiedesse tanto impegno e forze. Però ci sono state sensazioni anche positive: sono rientrato in un tempo relativamente breve a rientrare, con allenamenti blandi perché comunque la spalla non ha ripreso al cento per cento. Però o fatto la prima gara a dicembre, sono riuscito a vincere una prova di Coppa del Mondo (a Parigi il mese scorso), quindi siamo sulla strada giusta. Sicuramente ho avuto una bella spinta a livello mentale. Stimolante allenarsi con compagni ai vertici mondiali, però ho cercato di trovare in me stesso le energie, anche perché non è facile riprendere da zero dopo aver vinto un oro mondiale.
Le sconfitte? Io ho imparato a dimenticare in fretta le sconfitte, magari dopo averle analizzate sul piano tecnico, e a godere più a lungo delle sensazioni positive che ti danno le vittorie, cercando di andare a riconquistarle ogni volta”.
Sulle prossime Olimpiadi di Parigi: “Si va là tutti insieme per spaccare, da campioni del mondo. Non vedo l’ora di arrivare lì e godermi ogni momento, ogni situazione anche al di fuori della gara. Sono molto eccitato all’idea di partire”.
Filippo Macchi, bronzo nell’ultima prova di Coppa del Mondo a Parigi e 6° nel ranking FIE, a proposito dei compagni di squadra: “Sono il più giovane, cerco di imparare da tutti, avere due leader del calibro di Daniele Garozzo e Alessio Foconi è d’aiuto e stimolo. Vivere insieme durante i collegiali, vedere come si muovono anche fuori dalla pedana, come gestiscono la gara prima e dopo, è molto importante. Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno qui a Torino? Che sono potuto entrare in macchina nel parcheggio. La stagione è iniziata abbastanza bene, cercherò di dare il massimo e conservare le belle sensazioni di questo inizio di stagione. Sicuramente ho maggiore consapevolezza. L’anno scorso ero quello bravo che però non aveva raggiunto risultati particolari. Ora è diverso”.
Arianna Errigo, sul rientro alle gare dopo la maternità e i due figli gemelli: “Difficilissimo, anche se forse meno di come te lo immaginavi o te lo prospettavano gli altri. Sono rientrata alle gare dopo quattro e mesi e mezzo dal parto, non ero pronta e si è visto: sia dal punto di vista fisico che mentale, quando dormi poco si fa fatica su tutto. Mi porto i due bambini sempre con me nelle gare almeno in Europa, devo contare su un’organizzazione perfetta e sulla collaborazione di baby sitter e famigliari. Cerco di allenarmi nel weekend, cioè quando posso contare sul maggiore apporto di qualcuno in famiglia. Ma se ritornassi indietro lo farei di nuovo: la scherma resta una scelta, continuo a tirare per obiettivi come i Mondiali o le Olimpiadi, non è un obbligo. Finchè ce la farò continuerò.”
Sulle qualifiche e il tabellone della gara torinese: “Erano quindici anni che non facevo le qualifiche, non sono mai scontate e significano un giorno di gara in più. Spero, magari già qui a Torino, di prendere punti rientrare nelle prime sedici del ranking mondiale e tornare a esserne esentata. Il tabellone di domani? Io sono una di quelle che guarda sempre il sorteggio: al primo turno ho una italiana (Anna Cristino, n.d.r.), e trovarsi contro non è mai bello, ci si conosce a memoria, non si ha aiuto a bordo pedana, certo sarebbe stato meglio una straniera, ma le gare sono così: con le italiane sono abituata a giocarmi le medaglie importanti, per cui voglio fare il mio percorso senza guardare troppo in là, turno dopo turno”.