“Una grande responsabilità”: con queste parole, Said Ait El Jide ha accolto la cittadinanza italiana, conferitagli nella giornata di ieri dal sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo con una cerimonia ufficiale andata in scena presso la sede della Circoscrizione 7.
“Una grande responsabilità”
El Jide non è un cittadino qualunque, bensì l'imam della moschea “Taiba” di via Chivasso, nel quartiere Aurora, una delle più grandi della città e di tutto il Piemonte, punto di riferimento della comunità musulmana non solo come luogo di culto, ma anche per le attività sociali e culturali che porta avanti quotidianamente: “Oltre che un onore – ha commentato – si tratta di una grande responsabilità che affronterò con ancora più impegno: dopo 20 anni posso finalmente dire che l'Italia è casa mia”.
Il pensiero del nuovo cittadino italiano va proprio alla sua comunità: “Assegnare la cittadinanza a un imam – ha proseguito – è un importante simbolo di riconoscimento che può dare fiducia a tutti, soprattutto in questi tempi dove l'intolleranza torna purtroppo a farsi sentire; è una prova reale della vicinanza e dell'attenzione alle diversità dell'Italia e di Torino”.
Il monito di Lo Russo
Molto eloquenti, a proposito, anche le parole del sindaco Lo Russo, autore di un monito sui giovani stranieri: “Uno su 4 - ha sottolineato – è nato qui ed è italiano a tutti gli effetti, ma non legalmente: è una situazione che va cambiata in Parlamento, ma l'istanza deve partire dal basso e da tutti noi”.
Il primo cittadino si è poi espresso in generale sull'accoglienza:“Le parole di Said – ha aggiunto – riassumono al meglio l'idea di accoglienza che abbiamo verso tutte le persone che hanno scelto Torino come casa dando un contributo alla nostra comunità. Le diversità creano conflitto e sempre lo faranno, alla politica spetta il compito di gestirlo e ricomporlo”.