Spesso chiamato in causa dalla destra, il Daspo Urbano è finito al centro di una discussione sul suo utilizzo. Tutto è partito nella Commissione Legalità diritti delle persone private della libertà personale, dove i consiglieri stavano discutendo sulle proposte di mozione dei capigruppo Crosetto (Fratelli d'Italia) e Silvio Viale (+Europa e Radicali Italiani) sull'applicazione del daspo urbano ai membri di Askatasuna e Fuan - Azione Universitaria in seguito agli scontri del 5 dicembre nel Campus Einaudi.
"I ragazzi di Fuan, andando per volantinare al Campus Einaudi, sono stati aggrediti da membri di Askatasuna in numero superiore - ha illustrato Crosetto - Penso che sia Askatasuna il problema e i fatti del 5 dicembre lo dimostrano, i membri sono violenti e col daspo urbano almeno evitiamo che siano presenti nelle università. Sono decenni che questo centro sociale crea disagi a Torino e in tutta la provincia e per questo faremo una sana opposizione politica al Sindaco. Sedici di loro sono stati condannati, non solo indagati, e non si può scendere a patti con questi soggetti".
Ma ad accentrare la discussione, più della proposta di mozione in sé, è stato proprio lo strumento del daspo urbano. A fine 2023 la destra aveva presentato una raccolta firme per chiedere l'estensione di questa misura, parlandone a più riprese come una soluzione ai problemi della sicurezza. Ma, come fatto notare dalla capogruppo di Sinistra Ecologista Alice Ravinale, il daspo sarebbe una soluzione ai problemi di decoro e non di sicurezza e se ne starebbe parlando a sproposito. "Si conferma che il daspo urbano non si sappia cosa sia - il suo intervento - è atto a difendere il decoro quindi niente ha a che fare con queste associazioni. Stiamo continuando a parlare di daspo urbano per risolvere problemi di sicurezza e così facendo non facciamo un servizio alla comunità, con i cittadini che continuano a pensare cose sbagliate e fare confusione".
A fare chiarezza l'intervento del Comandante di Polizia Municipale Roberto Mangiardi, che ha spiegato alla commissione i casi di utilizzo del daspo urbano. "Le misure che la pubblica autorità può applicare nei confronti delle persone sono misure cautelari e misure di sicurezza - ha commentato - la seconda nel caso qualcuno sia condannato altrimenti si parla di prevenzione e di misura cautelare. Ci sono poi misure atipiche con l'acronimo di daspo nell'ambito delle manifestazioni sportive. Con questo acronimo è stato poi definito qualsiasi divieto di allontanamento o divieto di frequentare determinati luoghi e l'unico che può applicarlo è il questore. Il daspo urbano si riferisce all'allontanamento dalla città. Quando una persona ostacola la fruizione di determinati luoghi pubblici, cioè chi bivacca, compie atti contrari alla pubblica decenza, chi vende senza autorizzazione o i posteggiatori abusivi e i bagarini, allora viene accertata la violazione amministrativa e redatto un ordine di allontanamento di 48 ore. Se entro le 48 compie nuovamente la violazione si ha la notifica al questore che ha facoltà di disporre il divieto di accesso a quella determinata area per un massimo di 12 mesi. Da un punto di vista tecnico il Comune non ha disponibilità del daspo che è facoltà del questore, il comune può solo individuare i luoghi sui quali è possibile applicarlo".
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