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Attualità | 14 gennaio 2024, 10:53

Dubbi sul futuro del Centro di ascolto per uomini maltrattanti di Pinerolo

Non può garantire i requisiti minimi che gli permetterebbero di trasformarsi in Cuav, così come prevede la legge. Il tavolo di confronto aperto con l’Asl To3 non ha per ora prodotto i risultati che i volontari speravano

Dubbi sul futuro del Centro di ascolto per uomini maltrattanti di Pinerolo

Il Centro di ascolto per uomini maltrattanti di Pinerolo, da settembre, non può più prendersi cura di nuovi casi e l’associazione ‘Liberi dalla violenza’, che lo gestisce, si sta interrogando sul suo futuro. Nel centro di via Bignone 40 attualmente viene seguito un gruppo di una decina di uomini condannati per violenza domestica o di genere, in un percorso di recupero e assistenza psicologica che, in base alla legge 69 del 19 luglio 2019 – Codice rosso –, permette di ottenere la sospensione condizionale della pena.

“A settembre abbiamo avvertito i tribunali e gli avvocati: purtroppo non possiamo più attivare nuovi percorsi per altri uomini oltre al gruppo assistito attualmente” afferma Beppe Pavan per l’associazione.

Per andare aventi infatti il centro avrebbe bisogno di trasformarsi in Cuav (Centri per uomini autori di violenza): “L’intesa Stato-Regioni del 2022 fissa però dei requisiti minimi che noi non possiamo rispettare e che riguardano la professionalità degli operatori, le caratteristiche dei locali e la durata dell’apertura del centro che dovrebbe essere almeno di 12 ore settimanali”.

Per questo ‘Liberi dalla violenza’ aveva attivato un confronto con l’Asl già nel 2021 proponendo la nascita a Pinerolo di un Cuav misto gestito dall’azienda sanitaria e dalla stessa associazione: “Questo inoltre avrebbe permesso di accedere ad una prima tranche di un finanziamento regionale di 35.000 euro” sottolinea Pavan. Tuttavia il dialogo con l’Asl non rispetta i tempi che i volontari auspicavano: “L’ultima volta che abbiamo interpellato l’azienda sanitaria per procedere con l’accordo è stata a giugno, ma non abbiamo mai ottenuto una risposta” rivela Pavan.

L’Asl To3 risponde a ‘Piazza Pinerolese’ sottolineando che la possibilità di creare a Pinerolo un Cuav è ancora aperta e fa parte del progetto ‘Sorry’: “Il progetto, in fase di realizzazione, è concepito come uno degli interventi all’interno di una più ampia strategia di contrasto alla violenza domestica e di genere, nel presupposto che il supporto e i diritti umani delle vittime siano una priorità – dichiara l’Azienda sanitaria –. Altro presupposto fondamentale è che gli interventi vengano attuati in stretto coordinamento con i servizi specializzati di sostegno alle vittime, con gli altri enti coinvolti, a cominciare dalla Magistratura e delle Forze dell’Ordine, e con le associazioni del territorio, fra cui, per quanto riguarda gli uomini autori di violenza, il Gruppo Abele, l’associazione Cerchio degli uomini e l’associazione Liberi dalla violenza, in coordinamento con la Regione Piemonte e Città Metropolitana”.

Ad oggi, quindi, gli uomini condannati per violenza domestica o di genere possono anche rivolgersi all’ospedale di Pinerolo: “Sono presenti attività e percorsi di assistenza, attuati attraverso la Struttura complessa Psicologia AslTo3, dedicati agli uomini autori o potenziali autori di violenza, che si rivolgano all’Asl o direttamente o su segnalazione degli organi competenti o delle stesse associazioni” aggiunge l’Azienda sanitaria.

Per l’associazione ‘Liberi dalla violenza’ rimane tuttavia l’incognita sul futuro del centro di via Bignone 40: “Potremmo al massimo continuare a garantire un servizio di follow-up a chi ci contatterà di propria iniziativa ma non saremo più un punto di riferimento per i tribunali e gli avvocati” avverte Pavan. Attivi dall’ottobre del 2017 i 16 volontari di via Bignone 40 si sono occupati fino ad oggi di una settantina di casi.

Elisa Rollino

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