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Pinerolese | 12 gennaio 2024, 20:12

Villar Perosa ricorda i 5 minuti più spaventosi della sua storia

Domenica una giornata dedicata alla memoria del tremendo bombardamento del 3 gennaio 1944

Il piazzale della fabbrica, dopo il bombardamento

Il piazzale della fabbrica, dopo il bombardamento

In cinque minuti una pioggia di 312 bombe da 7.000 metri di altezza, di cui una sessantina sullo stabilimento Riv. Villar Perosa a 80 anni di distanza ricorda il bombardamento alleato, portato a compimento con 53 ‘Fortezze volanti’. La popolazione si salvò grazie ai rifugi aerei voluti dal senatore Giovanni Agnelli e quella storia verrà raccontata domenica con testimonianze e immagini.

“Mercoledì abbiamo già organizzato un appuntamento per le scuole elementari e medie, mentre domani tutti potranno incontrare i testimoni, visitare i rifugi antiaerei e la mostra fotografica all’oratorio maschile” introduce l’assessore comunale Serenella Pascal.

La giornata parte alle 9,30, al Museo del Cuscinetto di via Nazionale 24, con l’incontro con Giorgio Micca, Elvio Scavino e Franco Vincon, che “ai tempi del bombardamento avevano tra i 5 e i 15 anni”.

Dalle 10,30, a gruppi, si potranno visitare i rifugi antiaerei di via della Braida e la mostra fotografica. I rifugi sono stati realizzati da gennaio a giugno del 1943 e si sviluppano su 730 metri di lunghezza. Hanno 5 ingressi e possono ospitare 3.500 persone. “La visita ha una durata che va dai tre quarti d’ora all’ora – premette Luca Grande, presidente dell’associazione Vivere le Alpi, che si cura della loro apertura –. Mentre il percorso di visita è di 100 metri”. L’area infatti è ancora di proprietà della famiglia Agnelli, che ne ha concessa una parte in comodato d’uso gratuito al Comune per far conoscere la storia.

La mostra all’oratorio, che si può raggiungere a piedi dal fondo di viale Agnelli, invece riprende quella realizzata 40 anni fa per ricordare il bombardamento. All’allestimento hanno lavorato Enrico Berardo, Paola Ricca, Angelo Peirone, Silvano Lerda e Carlin Porta. «In due sale abbiamo esposto circa 150 foto, che raccontano la storia di Villar da inizio secolo ai decenni successivi all’attacco – anticipa Berardo –. Lo scopo di quella mostra era far vedere come il bombardamento avesse colpito un paese vivo e operoso». Assieme alle foto saranno presenti anche cimeli come schegge di bomba e un pezzo di proiettile antiaereo, ma anche la planimetria dei rifugi e la mappa di dove erano caduti gli ordigni lanciati dagli alleati”.

Marco Bertello

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