"Diventare un ateneo di riferimento in un'ottica di transizioni digitali ed ecologiche". Martedì si vota per il primo turno. Ultimi rintocchi per il conto alla rovescia in vista delle elezioni del nuovo rettore del Politecnico di Torino. La persona che sarà chiamata a raccogliere il testimone da Guido Saracco, con un mandato che andrà fino al 2030.
E uno dei tre candidati, Stefano Corgnati (gli altri sono Juan Carlos De Martin e Paolo Fino), rilancia il suo programma, ribattezzato appunto Polito in transition. "Noi siamo in grado di portare un contributo su tutti i fronti di innovazione", spiega. E promette "un programma del fare, fin dal primo giorno. Per il 2030 immagino un Politecnico autorevole, a livello istituzionale. Ma anche un motore di sviluppo per il territorio".
Una campagna elettorale in cifre
E se queste settimane di campagna elettorale e di confronti sono state intense, "il nostro programma è rimasto coerente, non è mai cambiato, piuttosto si è arricchito", sottolinea Corgnati. Tre gli eventi organizzati, 9 i tavoli tematici, 21 gli incontri, oltre 200 proposte e spunti e "300 caffè, forse anche di più, per incontrare la gente, parlando con le persone. Ho voluto godermi questo momento di confronto".
Un Politecnico ricco perché diverso
Un centinaio, le pagine del programma. "Ma la vera scoperta è stata la ricchezza dell'ateneo nella sua diversità. Siamo belli perché siamo diversi e questo si può interpretare non con un governo centralista, ma con una federazione dei dipartimenti". E Corgnati aggiunge: "Serve pari dignità tra tutte le missioni, mentre col tempo hanno avuto importanze diverse. L'università esiste perché esistono gli studenti e quindi la didattica vale la ricerca, vale il trasferimento tecnologico e il trasferimento alla comunità".
Priorità agli spazi per la didattica
Uno sguardo particolare per gli spazi della didattica. "Ce n'è sempre bisogno, ma non c'è un focus nella programmazione edilizia in atto. Sarà la massima priorità di mandato per i primi cento giorni, insieme a Torino Esposizioni. Costruiremo la Manica della didattica e questo contribuirà a realizzare un campus cittadino diffuso, dal Valentino dove siamo nati ai luoghi del Politecnico".
Ma Corgnati promette anche interventi di manutenzione minuta, quasi quotidiana: "Migliorando il wifi nelle aule e inserendo prese elettriche per gli studenti".
Pianificare, anche oltre confine
Attenzione poi alla comunicazione ("dobbiamo saper raccontarci") e alla pianificazione: "Bisogna saper programmare su scala triennale, visto che non abbiamo problemi di bilancio, a cominciare dal welfare".
A livello di rapporti con l'estero, "dobbiamo consolidare quanto già fatto verso Oriente, ma anche guardare a Sud e al Sudamerica. Non possiamo andare dappertutto", scandisce Corgnati.
I primi 100 giorni
Se un mandato di 6 anni è piuttosto lungo, Corgnati però punta a mettere subito in pratica ciò che si propone. I famosi "primi cento giorni": "Un documento di indirizzo per la progettazione della Nuova Manica della Didattica, per poter essere pronti a partire entro l'anno. So già come recuperare i 40 milioni di euro e abbiamo già un accordo con il Ministero".
"Questo non è solo un edificio, ma il motore di sviluppo di una città. Per questo ho già coinvolto il sindaco Stefano Lo Russo".
E attenzione sarà data anche al Masterplan di sviluppo edilizio complessivo del Politecnico. "Non l'abbiamo mai raccontata particolarmente, fondamentale per avere anche reazioni e feedback sulle necessità".
Poi la messa a punto del regolamento su ruoli e funzioni all'interno del Poli e la programmazione delle strategie politiche nelle linee di bilancio triennale 2025-2027. E ancora: attenzione agli hub di Roma e Bruxelles e riposizionamento dell'ateneo sui tavoli di relazione. Infine, mappare gli enti partecipati dal Poli: "Dobbiamo renderli strumentali per noi. Altrimenti è inutile esserci dentro".
Grande attenzione, infine, all'intelligenza artificiale: sarà istituita una Commissione di studio sui possibili effetti su tutte le missioni dell'ateneo.