I foraggi insilati vengono sottoposti a una speciale tecnica di conservazione che mantiene inalterate tutte le loro caratteristiche. La procedura che porta a un foraggio insilato prevede un’accurata compattazione e una rapida sigillatura del silo: solo in questo modo la qualità del foraggio viene preservata. L’insilato rappresenta dunque una valida alternativa per il bestiame: è genuino e garantisce ai capi di allevamento tutte le proprietà nutritive di cui hanno bisogno per crescere forti e in salute. Nonostante il dibattito su foraggio fresco e insilato sia ancora molto accesa, con i riflettori che vengono tutti puntati sulla effettiva qualità del prodotto, quel che è vero è che - se sottoposti a corretto processo - i foraggi insilati rappresentano un’alternativa più che valida per l’allevatore che vuole garantire ai suoi animali un alimento genuino, completo e gustoso.
Le caratteristiche dei foraggi insilati
I foraggi insilati garantiscono
sicuri vantaggi, in primis la possibilità di essere consumati nel tempo al contrario di quelli freschi che vanno invece incontro a un più rapido deperimento. Ma quali sono le caratteristiche di questi tipi di foraggio? Sono innanzitutto più ricchi rispetto al fieno non insilato e presentano anche un maggiore tasso di digeribilità, caratteristica questa importante quando si parla di benessere dei capi da allevamento. Anche l’odore dei foraggi insilati è una caratteristica specifica di questo tipo di mangime; l’odore è acidulo e aromatico e di conseguenza il foraggio è considerato più fattibile rispetto a quello fresco. Il colore dei foraggi insilati infine è leggermente più scuro rispetto al foraggio verde e questa è un’altra caratteristica intrinseca dei foraggi post insilamento.
L’importanza di un corretto insilamento
Torniamo sulla questione dell’insilamento ovvero del processo di conservazione dei foraggi che gioca un ruolo determinante per dare vita a un foraggio di qualità che sia dunque garanzia di
benessere per gli animali. Soltanto un processo condotto senza errori conserverà tutte le caratteristiche del foraggio stesso; errori più o meno gravi potranno invece compromettere in modo sostanziale sia la qualità del mangime sia la resa. Tutti i foraggi la cui sostanza secca varia da un minimo del 25% a un massimo del 35% possono essere insilati; la cosa fondamentale però è quella di rispettare tutti i passi che caratterizzano questo processo, dalla
fase aerobica, caratterizzata dal consumo dell’ossigeno residuo alla
fase lag, ovvero quella in cui si sviluppa la flora lattea epifitica; dalla
fase fermentativa, in cui si registra una diminuzione del ph sotto la soglia di 4.2 alla
fase di stabilità, cioè quando l’insilato è appunto ormai stabile. Contattate
Agroteam per una consulenza specializzata che potrà esservi di supporto per realizzare foraggi insilati di qualità.