C'è un "mestiere" che è il più antico di tutti, per certi versi profondamente radicato nelle abitudini dei popoli, sebbene dia adito a scherno e a divergenze di opinioni: la prostituzione, rimasta legale in Italia fino all'entrata in vigore della legge Merlin nel 1958.
Leggenda vuole che a Torino ci sia un edificio presso il quale, all'epoca della sua costruzione risalente ai primi anni del '900, si svolgesse proprio questo "mestiere".
Sito nel cuore del quartiere San Salvario, al civico 8 di via Principe Tommaso all'angolo con via Bernardino Galliari, si trattava di un piccolo albergo in aperta campagna, prima dell'espansione della città che lo costrinse alla chiusura per motivi urbanistici.
Costituita da quattro piani fuori terra, la casa delle prostitute ha una caratteristica particolare. A causa del legame creatosi, all'epoca, tra le donne che prestavano servizio nell'edificio e i loro clienti, questi ultimi vollero fare in modo che si rendesse loro omaggio, finanziando la creazione delle effigi che le raffiguravano. In numero di 11, ciascuna corrispondente ad un volto, le decorazioni si trovano al terzo piano sia su via Principe Tommaso che su via Galliari, dove ce ne sono rispettivamente 5 e 6. Creati a seguito dell'urbanizzazione che segnò la variazione della destinazione d'uso dell'edificio, alcuni di questi volti subirono dei danni, tuttora evidenti.
Attualmente utilizzata come abitazione, la casa delle prostitute può essere ammirata solo dall'esterno, ma vale una sosta anche brevissima per poter godere della sua particolarità.