Ci sono pochi psicologi e stipendi troppo bassi per chi lavora nelle carceri. Questa è la preoccupazione del Comune di Torino, che deve fare i conti con soli 4 psicologi per i circa 1400 detenuti (oltre al centinaio di donne del reparto femminile) reclusi alle Vallette.
Questi professionisti, poi, ricevo una retribuzione oraria di 17,98 euro lordi contro i 40 euro pagati per gli psicologi che lavorano negli istituti scolastici. Ed allora l'Amministrazione cerca di incalzare il Governo per arrivare a trovare una soluzione al problema: "La detenzione non deve essere solo punitiva ma offrire anche una possibilità di rieducazione per il soggetto – ha spiegato il consigliere del PD Amalia Santiangeli –Bisogna offrire ai detenuti un supporto sociosanitario adeguato che oggi manca. Chiediamo che il sindaco solleciti il governo a sostenere queste figure professionali".
"I margini purtroppo sono abbastanza ristretti, chi ha le competenze sappiamo che non ha l'interesse di garantire questi diritti ai detenuti – ha dichiarato il consigliere di Sinistra Ecologista Sara Diena – resta il problema di chi ancora vede le carceri come luoghi di serie B".
Non solo nelle carceri, ma anche nelle scuole e negli ospedali si fa fatica a trovare psicologi. Tra i banchi del Municipio c'è chi sottolinea questo aspetto ricordando di non lasciare indietro nessuno: "Secondo me bisognerebbe agire a livello più ampio, con un ordine del giorno che inviti fortemente il governo a potenziare il supporto psicologico in tutte le classi, nei quartieri, nelle scuole – ha detto il consigliere di Torino Bellissima Piero Abruzzese – Quindi preferirei non limitare questa richiesta solo all'ambito carcerario". Deliberato l'atto, ora la città si spetta di avere maggiore supporto da Roma.