A maggioranza, con il sì di Lega e Fi e l’astensione di Pd, M5s e Luv, la Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, ha espresso parere favorevole alla proposta di delibera per la trasformazione, dal 1 gennaio 2024, dell’Ospedale infantile Regina Margherita in Azienda ospedaliera.
Nel corso del dibattito generale sul provvedimento, presentato per la Giunta regionale dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi, sono emerse alcune perplessità della minoranza.
Per il Pd sono intervenuti Raffaele Gallo, Daniele Valle, Domenico Ravetti e Mauro Salizzoni, lamentando che l’operazione di scorporo del Regina Margherita dalla Città della Salute e della Scienza avvenga senza un’adeguata consapevolezza delle responsabilità del personale, dei nuovi costi generati e senza una prospettiva per gli anni futuri.
“Prosegue in IV Commissione la discussione sullo scorporo dal progetto del Parco della Salute dell’Ospedale Regina Margherita di Torino che dovrebbe diventare da gennaio 2024 un’azienda ospedaliera autonoma. Ancora una volta ribadiamo tutta la nostra perplessità sul percorso intrapreso. Innanzitutto, non esiste alcuna certezza sui costi che comunque, come evidenziato nella delibera, ci saranno" spiegano il Presidente del Gruppo PD in Consiglio regionale Raffaele Gallo e il Vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle.
“Quello che è certo - proseguono gli esponenti dem - è che da gennaio ci sarà un sovrappiù di burocrazia per poter continuare a fare quello che si è fatto fino a oggi: “Si faranno un po’ di carte e di convenzioni”, dice l’assessore Icardi, per regolare il traffico. Pensiamo a una madre, in carico al S. Anna, al figlio in carico al Regina, nella stessa stanza, afferente a non si sa quale dei due presidi, e sotto il controllo di personale afferente al Regina (l’infermiere pediatrico) e al S. Anna (ostetricia, ginecologia). Un pasticcio che riteniamo non salvaguardi la salute della donna e che, separando ostetricia da neonatologia comporti un arretramento organizzativo importante, come rilevato dalla Scuola di Medicina dell’Università degli studi di Torino”.
Per Luv, Silvana Accossato ha condiviso le proprie perplessità “sull’eccessivo ottimismo, poiché una delle condizioni per ambire a essere istituto di cura a carattere scientifico, è avere il bilancio in pareggio”.
L’assessore Icardi ha risposto che “diversamente da quanto affermato da alcuni organi di stampa, il disavanzo del Regina Margherita non ammonta a 20, ma a 2,7 milioni di euro”.
“L’Azienda Città della Salute e della Scienza – ha aggiunto – è la più grande d’Italia e, con i suoi 4 ospedali e 10.000 dipendenti, è oggettivamente difficile da gestire e da amministrare. Il distacco del Regina Margherita prevedrà un nuovo direttore amministrativo, generale e sanitario ma renderà la struttura più efficiente e non genererà nuovi costi, grazie anche alla stipula di convenzioni”.
Il provvedimento approderà, tra domani e mercoledì, all’esame dell’Aula.