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Sanità | 13 dicembre 2023, 12:55

No all'ospedale di Torino Ovest alla Pellerina: "È come farlo dentro Central Park. Fatelo nell'area della ThyssenKrupp"

Si mobilitano 1.600 residenti e ambientalisti con una delibera di iniziativa popolare

rendering pellerina e incontro 13-12

No all'ospedale di Torino Ovest alla Pellerina: "Fatelo nell'area della ThyssenKrupp"

"È come se a New York facessero un ospedale dentro a Central Park". È questa l'efficace metafora usata dai cittadini per dire no al nuovo ospedale di Torino Ovest alla Pellerina. Dopo le proteste degli scorsi mesi, 1.600 residenti ed ambientalisti chiedono - tramite una delibera di iniziativa popolare - che il nosocomio venga realizzato nelle aree ex ThyssenKrupp e Ilva Bonafous

La variante 

Per raggiungere questo risultato i sottoscrittori propongono di fare una variante al piano regolatore della Città, destinando i 134mila metri quadrati occupati dagli ex siti industriali a "servizi pubblici sanitari". 

Rischio esondazione 

Sul fronte del nuovo ospedale di Torino Ovest, che andrà a sostituire il Maria Vittoria e l'Amedeo di Savoia, Comune e Regione sono determinati a realizzarlo all'interno della Pellerina nello spazio attualmente occupato dai giostrai. Una soluzione che non piace ai residenti che hanno sottolineato: "Subito dopo il lunapark c'è corso Regina Margherita e li passa la Dora". 

"In quella zona - hanno aggiunto - una volta passava il canale Pellerina: dopo le bombe d'acqua viste in Romagna, il rischio esondazione non è stata preso nella giusta considerazione".

"Realizzare l'ospedale in quella parte del "Mario Carrara" - hanno aggiunto - vuol dire abbattere gli alberi e togliere un polmone verde a Torino: ci troveremo a non avere più un parco, perché il presidio ospedaliero coinvolgerà il resto dell'area. Resterebbe poi il fantasma Thyssen".

Messa in sicurezza ThyssenKrupp

Negli scorsi giorni è emerso è che l'intervento di messa in sicurezza dell'area è ThyssenKrupp ammonta a 4.5 milioni di euro: le operazioni saranno a carico dei privati proprietari di Arvedi Ast (Acciai Speciali Terni), detentori dell’ex stabilimento di corso Regina Margherita chiuso nel 2008 dopo l'incidente.

Il Comune ha chiesto garanzie finanziarie per metà dell’importo, nel caso l’esecutore non completasse l’intervento.

Cinzia Gatti

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