Proprio come faceva il suo predecessore, Cesare Nosiglia, ai tempi della crisi Embraco. Anche l'attuale arcivescovo di Torino, Roberto Repole, sceglie di stare al fianco degli operai che si trovano a combattere contro vertenze e crisi che mettono a rischio il loro posto di lavoro.
Ecco perché, nel pomeriggio di oggi, l'alto prelato ha incontrato alcuni rappresentanti della Lear di Grugliasco, in sciopero ormai da settimane per chiedere garanzie a fronte di un futuro che ne offre ben poche, sia dal punto di vista dei volumi di attività che da quello degli ammortizzatori sociali.
Non solo Lear
"Oggi pomeriggio ho ricevuto in Arcivescovado le rappresentanze sindacali dei lavoratori della fabbrica Lear di Grugliasco: 260 persone che stanno rischiando il licenziamento in seguito alla crisi produttiva dell’azienda, che è fornitrice del gruppo automobilistico Stellantis", dice Repole. Che estende il suo discorso: "Lear non è purtroppo l’unica fabbrica in grave crisi nell’area torinese, tante altre hanno chiuso negli anni e mi vengono ancora segnalate ogni giorno, ultime in ordine di tempo la Te Connectivity di Collegno che sta rischiando il taglio di 200 lavoratori e in Valle di Susa il Feltrificio Fir di Sant’Ambrogio, con 41 posti di lavoro a forte rischio".
"Non sarà un Natale sereno quello delle famiglie sospese sul baratro del licenziamento - prosegue l'arcivescovo -: sono centinaia di uomini e donne, con i loro figli, che hanno paura perché senza lavoro non c’è vita e non c’è futuro".
"Io come pastore della Chiesa torinese, ma anche come cittadino, sento il dovere di inviare ai responsabili delle aziende e alle istituzioni pubbliche un forte appello perché non si rassegnino alle difficoltà dei mercati e facciano tutto il possibile, tentino tutte le strade possibili, per conservare le produzioni e i posti di lavoro.
La crisi industriale viene da lontano ed anche gli imprenditori ne sono vittime, ma davvero non possiamo rassegnarci. Stiamo parlando di vite umane", dice ancora monsignor Repole.
I timori su Stellantis
E un pensiero va anche a Stellantis, l'azienda più grande del tessuto produttivo torinese, le cui ombre spesso finiscono per offuscare anche le pmi che operano accanto. "Desidero fare osservare che l’emergenza delle piccole e medie aziende torinesi rientra da decenni in una crisi di sistema, originata primariamente dalla contrazione del comparto automobilistico attorno alle fabbriche Stellantis (ex Fiat), che a cascata produce chiusure e ridimensionamenti nell’indotto.
Anche il grande gruppo automobilistico si misura con i problemi del mercato e affronta sfide impegnative, ma la governance dell’azienda si sta sempre più trasferendo all’estero e Torino vive, per conseguenza, una particolare incertezza sui destini dello stabilimento di Mirafiori, ormai ridotto a piccoli numeri di occupazione. A tutti i livelli delle istituzioni e della società civile Torino sente il bisogno di parole chiare sui progetti del gruppo automobilistico: credo che sia giusto chiederle. Cosa significa la campagna di prepensionamenti, la chiusura della sede di Grugliasco (Maserati), la cassa integrazione nelle linee di Mirafiori? Poco inciderà, in termini di occupazione, l’apertura del nuovo hub per il riciclo delle vecchie auto. Per questo mi rivolgo con fiducia ai responsabili di Stellantis, perché partecipino alla vicenda di Torino offrendo innanzitutto un chiarimento sui loro progetti: rilancio o ridimensionamento?".
Prosegue la raccolta di generi alimentari
Intanto, proprio per aiutare i lavoratori dell'azienda di Grugliasco in sciopero ormai da settimane, prosegue la raccolta alimentare a favore della Lear, organizzata da Fim, Fiom e Uilm: si terrà nella giornata di mercoledì 6 dicembre presso Mirafiori carrozzeria presso la porta 2 e porta 0 dalle ore 5 alle 6.30 e dalle 13 alle 14.
"Il richiamo dell'Arcivescovo di Torino Roberto Repole sul futuro del settore produttivo soprattutto nell'area di Mirafiori è da apprezzare perché richiama ad un principio di realtà e dignità, in cui al centro c'è la persona e il lavoro. Le recenti novità su Mirafiori sono positive ma è necessario rispondere alle attese delle giovani generazioni con progetti non solo sul lungo periodo ma anche in quello medio e breve. La desertificazione industriale e il depauperamento di un'area come quella di Mirafiori sud è una realtà alla quale nelle varie articolazioni politico istituzionali ed economico industriali si devono delle risposte diffuse e durature. Il territorio da anni è in attesa di un rilancio anche in considerazione della presenza del più grande complesso industriale cittadino che tenga conto delle nuove tecnologie, il rispetto dei principi cardini dell'Agenza 20230 in cui sostenibilità e sviluppo economico possano convivere e armonizzare", dice Luca Rolandi presidente della Circoscrizio 2 Santa Rita, Mirafiori Nord e Mirafiori Sud.