Dal Salone del Libro ai Portici di Carta, oltre ai numerosi scrittori nati in città, il legame di Torino con l'editoria è saldo e di lungo corso. Sono ben sei le case editrici che hanno visto i natali proprio qui, e non editoria "generica", ma quella relativa a testi scolastici ed universitari. Tra l'altro, si parla di una storia molto antica risalente, addirittura, alla fine del 1700.
Il 1791, infatti, fu l'anno di apertura della libreria della famiglia Pomba che molti anni dopo, nel 1854, dette origine all'Unione Tipografico Editrice Torinese, ossia la casa editrice UTET. Le sue pubblicazioni più note annoverano il Grande Dizionario della Lingua Italiana redatto dal 1961 da Salvatore Battaglia e terminato poi nel 2002 con Giorgio Barbieri Squarotti, e poi il Grande Dizionario Italiano dell'uso, curato dal linguista Tullio de Mauro. Quello stesso anno essa venne rilevata dalla De Agostini.
Appena un decennio dopo la nascita della libreria dei Pomba e, precisamente, nel 1802, ci fu la creazione di un altro nome importante per l'editoria di Torino e dell'Italia tutta, ossia la Paravia. Sorta come semplice tipografia e libreria Zappata, venne ben presto rilevata da Giovanni Sebastiano Botta, Francesco Prato e Giovanni Battista Paravia. Tra le più note pubblicazioni della casa editrice Paravia, fusasi con la Mondadori nel 2000, ricordiamo il Campanili Carboni, storico dizionario di latino.
Un'altra importante casa editrice torinese nell'ambito dei testi scolastici ed accademici è la Lattes, fondata nel 1893 da Simone Lattes.
Proseguendo in ordine di tempo vi è la SEI, Società Editrice Internazionale, fondata nel 1908 accanto alla basilica di Maria Ausiliatrice. Tale casa editrice, di proprietà della Congregazione Salesiana annovera, tra gli editi, sia numerosi testi scolastici che religiosi.
Nel 1933 invece, nacque la casa editrice Einaudi ad opera di Giulio Einaudi, appena ventunenne. Tra le sue pubblicazioni più note vi è la collana I Millenni, e una serie di romanzi tradotti da Natalia Gizburg e da numerosi altri nomi tra cui Primo Levi, Italo Calvino e Cesare Pavese. Nel 1994 venne passata alla Mondadori, ma la sua torinesità rimane tuttora intatta.
Infine, il 1957 vide la nascita di quella che poi sarà la Bollati-Boringhieri. Sorta ad opera dell'allora collaboratore della Einaudi Paolo Borighieri (dalla quale vennero assorbite ben quattro collane di testi divulgativi e sociali), venne poi rilevata al 90% da Romilda Bollati di Saint Pierre, che la affidò al fratello Giulio dando origine, appunto, alla Bollati-Boringhieri.
Prima della sua morte riorganizzò la casa editrice in quattro principali aree di interesse: Arte e letteratura, Storia, Filosofia e Scienze Sociali, Scienze e Psicologia. Ad esse egli aggiunse anche la collana Varianti, per la narrativa e i reportage. Nel 2009 la Bollati-Boringhieri è passata al gruppo editoriale Mauri Spagnol.