A inizio mese si è aperta la disfida del gianduiotto. Una battaglia lanciata da un comitato che chiede il riconoscimento Igp e respinge l’uso del latte. Nel mezzo della contesa è finito anche lo storico gianduiotto della Caffarel prodotto dal 1865. La questione è tornata d’attualità stamattina con una visita del presidente del consiglio regionale Stefano Allasia allo stabilimento Caffarel di Luserna San Giovanni. Allasia è stato accompagnato dal sindaco Duilio Canale, dal consigliere della Città metropolitana e assessore lusernese Enrico Delmirani e dal vicepresidente dell’Unione montana del Pinerolese Mauro Vignola. In quest’occasione la Lindt & Sprungli Italia, proprietaria del marchio Caffarel, ha chiesto alla Regione un tavolo sulla questione del riconoscimento del gianduiotto Igp, precisando la sua posizione: “Caffarel non è contraria al riconoscimento del gianduiotto Igp e non vuole imporre l’uso del latte nella ricetta, come erroneamente riportato da alcuni – spiega il Ceo Benedict Riccabona –. Il nostro punto riguarda la denominazione del prodotto e la tutela del nostro marchio ‘Gianduia 1865. L’autentico Gianduiotto di Torino’”. La multinazionale svizzera ha chiesto di aprire un tavolo di confronto per dipanare la matassa: “Ribadisco la volontà di fare in modo che non si aprano contenziosi inutili e dannosi. Sto continuando ad adoperarmi, coinvolgendo anche le Amministrazioni locali, perché si rilanci il dialogo fra tutti gli attori coinvolti – chiarisce Allasia –. Non possiamo permettere che un’eccellenza del nostro territorio, apprezzata e riconosciuta in tutto il mondo, come è il gianduiotto, possa trasformarsi in motivo di scontro che rischia di mettere in cattiva luce tutto il comparto e la filiera, facendo perdere di credibilità il nostro paese. Di qui la mia grande disponibilità a fare in modo che al più presto venga convocato un incontro per mettere intorno allo stesso tavolo Lindt-Caffarel e le aziende del Consorzio”.
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