No ad incentivi per acquistare auto elettriche, ma logiche di mercato per calmierare prezzi non alla portata di tutti. E’ questa la soluzione pensata dal ministro alla Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto per far crescere l’acquisto di auto “Green” in Italia. Una risposta diretta a Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, che solo qualche ora prima, a Torino, aveva chiesto a gran voce incentivi da parte del Governo per aumentare la produzione di auto elettriche.
Pichetto: "5 anni di stipendio per un'auto: troppi"
Per Pichetto, già vice ministro allo Sviluppo Economico e coordinatore del tavolo automotive con il Governo Draghi, gli incentivi non sarebbero la soluzione migliore. Soprattutto dal momento in cui potere d’acquisto e prezzi delle auto non coincidono: “La realtà italiana rispetto alle realtà dove le vendite di auto elettriche sono superiori è data dal potere di acquisto. Il prezzo dell’auto elettrica rispetto al salario medio non è conciliabile: se un operaio italiano deve prendere 5 anni di stipendio per comprare un’auto elettrica non ci siamo ancora”.
Il paragone con la Germania
Una tesi difficile da smentire e che spiega anche come mai, in altre nazioni, le immatricolazioni di auto elettriche sono molto superiori a quelle registrate nel nostro Paese: “Probabilmente l’operaio tedesco deve lavorare 2 anni e mezzo perché ha un potere di acquisto superiore, un salario superiore”.
“E’ una questione di mercato. I produttori devono offrire un prodotto che stia sul mercato, compatibile con il potere di acquisto delle persone” ha concluso il ministro. Un parere personale, ma certamente di peso: la strada per gli incentivi chiesti da Stellantis appare più che mai tortuosa.