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Economia e lavoro | 23 novembre 2023, 07:00

L'economia piemontese si aggrappa ad automotive e Pnrr, ma le famiglie sono più povere

Pil in aumento dell1,3% nel primo semestre 2023, ma l'anno scorso era meglio. Diminuito il potere d'acquisto delle persone: ecco il report della Banca d'Italia. E se aumentano occupati e contratti indeterminati, inflazione e guerre portano nuvole scure all'orizzonte

catena di montaggio Stellantis

Il mondo dell'automotive, insieme al Pnrr, sostiene (per ora) l'economia piemontese

Nel 2023 l'economia in Piemonte cresce, ma ha rallentato la sua corsa. Lo dicono i dati elaborati dalla sede di Torino della Banca d'Italia, che ha analizzato la situazione regionale, descrivendo un peggioramento che va avanti dal secondo trimestre dell'anno, dopo un iniziale miglioramento rispetto al 2022.

Il Pil regionale è infatti aumentato dell'1,3%, mentre nello stesso periodo nel 2022 l'incremento era stato di più del doppio. La situazione è però in linea rispetto al resto d'Italia, se non leggermente migliore visto che la media nazionale è dell'1,2%. Le cause principali della congiuntura negativa vanno cercate nell'inflazione ancora elevata - anche se in rallentamento - l'aumento dei tassi di interesse e le tensioni internazionali - rese ancora più complesse dal conflitto in Medio Oriente - che aumentano l'incertezza. 

Nei primi sei mesi dell'anno la produzione ha retto

A spiegare la situazione piemontese è stata Cristina Fabrizi, della Divisione Analisi della sede di Torino della Banca d'Italia. Tra i segnali positivi, il lieve aumento della produzione che nei primi sei mesi è cresciuto, mentre è diminuito nel resto d'Italia. A trascinare l'industria c'è il settore dell'automotive, che ha rilevato una crescita delle immatricolazioni e un netto aumento delle esportazioni. Anche nel settore delle costruzioni il dato è positivo, seppur in rallentamento, grazie agli strascichi del superbonus e del PNRR, soprattutto a Torino. Il mercato del lavoro si è quasi lasciato la pandemia alle spalle, con l'occupazione che è quasi tornata al livello pre covid e la disoccupazione scesa al 6%. Il saldo tra le assunzioni e le cessazioni di contratti è in positivo di 26.200 unità: il 60% dei contratti è a tempo indeterminato e ad aumentare sono state anche le ore complessive lavorate. 

Famiglie più povere

Il potere di acquisto delle famiglie è però decisamente diminuito, con l'inflazione che resta alta seppur in diminuzione. L'aumento dei tassi di interesse ha inoltre fatto calare i mutui e i finanziamenti alle famiglie, oltre agli investimenti, influenzati anche dall'incertezza, in forte aumento a causa della guerra in Medio Oriente.

Le prospettive per il futuro non sono rosee, soprattutto per quanto riguarda le piccole imprese e il settore manifatturiero. L'aumento dell'incertezza internazionale e il potere d'acquisto in calo delle famiglie porta a dipingere gli ultimi mesi del 2023 e l'inizio del nuovo anno in negativo, con una diminuzione degli ordini delle aziende e un maggior ricorso agli ammortizzatori sociali. A sostenere la crescita continua ad essere il PNRR, motore di numerosi investimenti pari a 8,2 miliardi sul territorio piemontese (di cui 1,2 sono però in revisione).

Francesco Capuano

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