"Ing. Tavares, siamo lavoratrici e lavoratori della zona torinese e le scriviamo in qualità di CEO Stellantis, la più grande multinazionale presente sul nostro territorio". Comincia così la lettera che i lavoratori hanno voluto consegnare all'amministratore delegato del Gruppo automobilistico, dando vita a un presidio fuori dalla Porta 16, a Mirafiori. Proprio in occasione dell'inaugurazione dell'hub dell'economia circolare.
"Molti di noi vivono una situazione di incertezza rispetto al proprio futuro lavorativo. Alcuni sono in procinto di subire le conseguenze di chiusure annunciate e non ancora rese operative. Altri ancora sono già stati licenziati. Come lei sicuramente sa, il territorio torinese ha sempre avuto un legame di dipendenza dall'azienda che un tempo si chiamava Fiat. Un legame non solo simbolico per certi versi la presenza di Fiat era a garanzia della permanenza di un'intera filiera di attività produttive, spesso non direttamente appartenenti al settore automotive. Era come un grande albero sotto le cui fronde viveva un intero mondo".
Se questo era il passato, i sindacati confidano il loro timore per il futuro: "Ora non ci sono più segnali concreti della permanenza di Stellantis sul nostro territorio. L'albero è un cespuglio. Gli annunci sulla Circolar Economy, su Softwarex, sul Green Campus non si stanno traducendo in nuova e buona occupazione e le vetture prodotte a Mirafiori non sono sufficienti nemmeno a pagare la bolletta dell'energia elettrica dello stabilimento. Anche l'imprenditoria torinese sembra scettica e, in questo clima, molti stanno letteralmente fuggendo da questo territorio lasciando solo rovine. Tra queste rovine ci siamo noi, ci sono le nostre famiglie e c'è il nostro desiderio di lasciare ai nostri figli ed alle nostre figlie la possibilità, se lo desiderano, di costruirsi un futuro nel luogo dove sono nati e cresciuti".
E ancora: "Comprendiamo che il suo ruolo sia quello di salvaguardare l'azienda di cui è a capo, ma non può farlo solamente guardando ai dati di bilancio. Non ci sono soltanto i dipendenti Stellantis che attendono le sue decisioni sul futuro produttivo di Mirafiori. Lei probabilmente non ha tempo per fermarsi ed ascoltare le nostre storie. Non ha tempo per percorrere con noi le strade di Torino e della sua cintura per farsi raccontare dalle persone in carne ed ossa cosa c'era al posto di muri, oggi diroccati, delle molte fabbriche rimaste vuote. Non ha tempo per vedere le eleganti vie del centro, piene di serrande abbassate. Non ha tempo per vedere ragazzi e ragazze studiare domandandosi quale lavoro (e dove li attenderà, ben certi che all'orizzonte non c'è più "la fabbrica", anzi: non c'è alcunché. Ma noi abbiamo il dovere di ricordarle che c'è un intero tessuto sociale che dipende dalle sue scelte e che se lei decidesse che il maggior profitto di Stellantis (attenzione: il maggior profitto, non la sopravvivenza!) vale la distruzione sociale di un territorio, ci auguriamo che abbia almeno il tempo necessario per riflettere sulle conseguenze delle sue scelte".
I lavoratori però si rivolgono anche alle istituzioni. "Allo stesso modo chiediamo alla politica nazionale e locale, che a nostro avviso sembra non aver ancora capito portata dello scempio che si sta perpetrando, di ragionare e compiere le scelte giuste per fare in modo di mettere in campo tutte le iniziative per salvaguardare il nostro tessuto industriale. A Torino sono più di 120 anni che produciamo automobili, siamo uno dei pochi luoghi al mondo in cui sono presenti le competenze trasversali (dall'ingegnerizzazione, all'assemblaggio finale, passando per la componentistica e il design) per produrre auto di qualità".
E concludono, ancora rivolti a Tavares: "Ecco perché le chiediamo di destinare, nel più breve tempo possibile, nuovi modelli di autovetture per lo stabilimento di Mirafiori che lei rappresenta, che siano in grado di generare ricchezza per il territorio e per gli azionisti di Stellantis".
"Pur apprezzando questo nuovo progetto di Stellantis per Mirafiori, vorrei far notare che purtroppo non è risolutivo delle problematiche esistenti. Servirebbe infatti che Stellantis investisse nel suo "core business", ovvero in nuovi modelli di auto da produrre - dice Edi Lazzi, segretario generale della Fiom di Torino -. Tra l'altro l'unico modo per rilanciare lo storico stabilimento torinese è fondamentale anche per ridare fiato all'indotto che continua a dichiarare esuberi, chiusure e licenziamenti, come dimostra l'emblematico caso Lear. Non a caso un gruppo di lavoratrici e lavoratori ha deciso di consegnare una lettera aperta all'amministratore delegato".
Altre voci sindacali sono meno taglienti: “Un progetto positivo quello dell’Hub circolare, che risponde attivamente alle pressioni che ci sono a livello europeo di normative e regolamentazioni sull’ecologia - dice Sara Rinaudo, vicesegretario generale Fismic Confsal -. L’Hub è una risposta sfidante, ma concreta, che si proietta al futuro, dove ovviamente i lavoratori sono, e devono essere, il perno su cui ruota tutto il resto, poiché in primis sono la soluzione al problema. L’inaugurazione dell’Hub circolare di Stellantis è anche una grande opportunità, oltre che per lo sviluppo del territorio, per il progetto, di cui a volte si parla solamente senza passare ai fatti, di riqualificazione delle competenze, ed è positivo questo avvenga in un territorio come quello di Torino, luogo storicamente ricco di professionalità importanti”.