I primi fiocchi, sulle montagne torinesi, si sono già visti. Ma se l'inverno 2023-2024 promette (prometteva?) bene, quello dell'anno scorso non lascia adito a dubbi: è stato un disastro una stagione vicina ai primati negativi del 2021-2022. Lo dice il rendiconto nivometrico 2022-2023 in Piemonte e Valle d'Aosta diffuso da Arpa Piemonte, sotto la guida del direttore Secondo Barbero.
Terzo inverno con meno neve di sempre
Addirittura, si tratta del terzo peggior inverno dello ultimi 60 anni per quanto riguarda la neve fresca caduta da novembre a maggio. Una media del -40/-50% rispetto alla media, con punte del -60%. L'inizio di dicembre aveva ingannato, con neve addirittura in città e nelle pianura (Cuneese, ma anche Asti e così via), ma avvicinandosi Natale le cose sono andate sempre peggio, scaldando e sciogliendo. Gennaio ha rincarato la dose di difficoltà.
"Bisogna studiare i dati per capire alla perfezione l'andamento del meteo e del clima - riconosce l'assessore alla Protezione civile Marco Gabusi - tra siccità e precipitazioni eccessive. Cerchiamo di fare tutti la nostra parte, anche grazie all'attività di Arpa".
Pioggia, solo maggio ha placato la sete
Poca neve, ma anche poca pioggia. Una media di 111,7 millimetri e un deficit di quasi 35 millimetri (-24%) rispetto al periodo 1991-2020. Ma se l'inverno è stato avaro, la primavera è andata oltre le attese, con una media di 329,3 millimetri di precipitazioni e un surplus di 34,6 millimetri (+12%). Maggio in particolare ha dato una mano a recuperato parte del deficit idrico che durava da oltre un anno.
"La variabilità è molto superiore al passato, con tutte le conseguenze che questo genera, sia in termini di clima e di incidenti - dice Barbero - e anche in questo caso è importante avere la massima attenzione".
Nono inverno più caldo
Infine le temperature: l'inverno 2022-2023 è stato il nono più caldo degli ultimi 65 anni, con oltre un grado di caldo in più.
"Dopo un periodo iniziale di freddo e precipitazioni, anche quest'anno si registra un caldo anomalo che ha già sciolto buona parte della neve", dice il presidente della Società Meteorologica Italiana Luca Mercalli."Non ci resta che attendere e sperare".
Non sono mancati gli incidenti
Nonostante la poca neve, però, con allarmi mai oltre i livelli 1-2 (debole e moderato), sono stati ben 24 gli incidenti in montagna con 9 vittime in Piemonte e Valle d'Aosta (8, uno dei dati peggiori di sempre). Solo in Piemonte se ne sono contati 9, tre più della media degli ultimi 40 anni. Sono state in tutto 32 le persone coinvolte, di cui 24 illese, ma 7 ferite e un decesso.
Soprattutto il vento ha influito sulle valanghe, in quote tra 2000 e 3000 metri. Quasi tutti i casi si sono verificati con scialpinisti. Sei in salita e due in discesa.