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Economia e lavoro | 17 novembre 2023, 15:13

Automotive, a Torino potrebbero arrivare i vietnamiti (VinFast?). "E parliamo con grossi nomi del digitale e della sostenibilità"

Peirone (Ceipiemonte) fa il punto sulle trattative in ballo per portare nuovi investimenti sul territorio del capoluogo e su quello regionale. "Decuplicati i dossier sul nostro tavolo: in due anni generati migliaia di posti di lavoro"

Due persone in piedi

Il presidente di Ceipiemonte, Dario Peirone

Se la Regione tira le fila per dare nuove energie al Team Attrazione, c'è chi - il rapporto con le aziende e gli investitori interessati a venire in Piemonte - lo segue già da tempo. E' la squadra del Ceip - abbreviazione di Centro Estero per l'Internazionalizzaione del Piemonte - che soltanto negli ultimi due anni ha avviato 37 progetti di insediamento all'interno dei confini regionali. "Posti che hanno protato un migliaio di posti di lavoro", dice Dario Peirone, presidente di Ceipiemonte. E il quadro racconta di una situazione che va ben oltre la partita (comunque fondamentale) di Intel, che vede il Veneto come unico antagonista.

Presidente Peirone, quali sono i nuovi progetti che stanno bollendo in pentola?
"Non possiamo fare nomi per questioni di riservatezza, ma digitale e sostenibilità sono senza dubbio i due settori in cui abbiamo le maggiori interazioni con i grandi player".

Dalla Cina arrivano nuove proposte per il mondo automotive?
"Per quanto riguarda l'auto, sui cinesi ci sono delle cautele, mentre ci sono trattative più concrete per i vietnamiti (che siano quelli di VinFast, molto attivi sul mercato dell'elettrico tanto da essere ribattezzati la Tesla vietnamita? ndr)".

Ma l'interesse cresce, è così?
"In dieci mesi abbiamo decuplicato i dossier che abbiamo sulle nostre scrivanie: sono quasi 200. Speriamo di raddoppiare nel prossimo futuro e di arrivare a quattrocento. Di solito fruttano un 10% di esito positivo".

Però 37 progetti in due anni sono già un bell'obiettivo. Qual'è la ricetta?
"Noi non siamo luogo in cui le aziende vengono per immagine, per sfruttare una tassazione agevolata o particolari fondi, non siamo l'Irlanda, non siamo altri Paesi che strizzano l'occhio. Ma vengono da noi per la capacità di produrre e per la competenza: possiamo vantare un ecosistema forte, produttivo e universitario".

E adesso quali sono le prossime sfide?
"Ci siamo dotati di una squadra specializzata in market intelligence per trovare nuovi sbocchi e nuovi mercati in cui proporre le nostre aziende e presentare i nostri territori. La partita di Intel è fondametnale, ma noi andiamo su tutte le possibilità di insediamento. Anche le start up. Non lasciamo nulla di intentato".

Massimiliano Sciullo

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