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Economia e lavoro | 14 novembre 2023, 13:02

Lear, in Consiglio regionale il dramma dei lavoratori: “Torino senza auto? Rischiamo di rimanere tutti a casa”

“Se Stellantis non fa le auto, noi non facciamo i sedili” è la denuncia dei sindacati, che raccontano di una sofferenza diffusa. La richiesta alla politica: “Dateci una mano, parlate con le aziende”

lavoratori lear in regione

La crisi della Lear di Grugliasco approda in Consiglio regionale

È un grido potente, una richiesta disperata di aiuto quella che si leva dalla sede del Consiglio regionale. A chiedere alle istituzioni di stare al loro fianco per evitare di sprofondare nel baratro sono i lavoratori della Lear, multinazionale con sede a Grugliasco è azienda committente di Stellantis (in particolare Maserati) per la produzione di sedili. 

Il dramma Lear

La loro situazione, come noto, è drammatica. A oggi, considerando la produzione di auto sempre più esigua, l’esubero strutturale è di 260 persone su 420, ma il rischio è che questo numero possa aumentare fino a oltre 300. Di 420 lavoratori in pochi rientrano nei piani di un’azienda che lentamente ha iniziato a ridurre le commissioni.

Il caso Lear è arrivato in Consiglio regionale, con l’audizione di una delegazione e una presentazione di un’ordine del giorno, in attesa dell’incontro al Ministero del Lavoro previsto per il prossimo 22 novembre. 

“Torino non può rimanere senza auto”

Se non si producono auto, non si genera più indotto. Corso Allamano è un disastro: quando abbiamo iniziato a lavorare non trovavamo parcheggio. Ora è un deserto. Bene gli ammortizzatori sociali promessi dal presidente Alberto Cirio, ma serve un progetto: i lavoratori non sono ricollocabili. Torino non può diventare una città senza  auto” è la denuncia dei lavoratori.

Fino ad ora ogni interlocuzione è caduta nel vuoto: “L’azienda non ha dato risposte, si è presentata all’incontro con la Regione senza alcun progetto e prospettiva. Il 22 si rischia di arrivare al ministero nuovamente senza un progetto” ribadiscono.

E le prospettive delineate dai sindacati, anche per le altre aziende dell’indotto del settore automotive, non sono delle migliori: “Abbiamo parlato con i delegati delle altre aziende, le prospettive sono nere”.

I lavoratori chiedono a Stellantis un impegno 

La maggior parte dei lavoratori, per età e competenze piuttosto specifiche, non risulterebbe facilmente ricollocabile, anzi. La richiesta alla politica è chiara: fare ogni cosa possibile per convincere Stellantis a non delocalizzare le produzioni, a investire sul territorio. “Senza un impegno chiaro da parte di Stellantis rischiamo di andare a vivere in mezzo alla strada”.

Una delle ipotesi messe sul tavolo arriva proprio dai sindacati e riguarda lo stabilimento di Pozzo d’Adda, che avrebbe un surplus di lavoro: “Lì si lavora per le super car, ma per noi è un lavoro che risulterebbe abbastanza compatibile. Si faccia un tentativo in tal senso per coinvolgere Grugliasco”.

Chiorino: “La situazione è complessa, siamo preoccupati”

E che le difficoltà siano evidenti lo conferma con grande preoccupazione anche l’assessore al Lavoro, Elena Chiorino: “Ci siamo incontrati tante volte, ma i tavoli ci hanno lasciato perplessità: il business plan è basato sulla speranza. C’è una difficoltà importante perché abbiamo a che fare con una multinazionale e non si riesce ad avere una interlocuzione risolutiva, con continui rimandi”.

A peggiorare la situazione il fatto che, anche nel caso di una nuova commissione, non è detto che l’azienda affidi il lavoro allo stabilimento di Grugliasco: “Servirebbe una nuova rindustrializzazione”. In ultimo, il doppio versante: oltre alle decisioni di Lear, servirebbe anche un impegno preciso da parte di Stelllantis.

Si batteranno quindi tutte le strade e si farà ogni tentativo per aprire spiragli e risolvere la vertenza. Ma oggi, in assenza di sviluppi positivi, le nubi sul futuro della Lear sono più che mai nere.

Andrea Parisotto

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