In congiunta con la Commissione Affari istituzionali, la Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, ha audito questa mattina il portavoce del Forum del Terzo settore Piemonte Gabriele Moroni in merito alla Proposta di legge 146, “Norme di sostegno e promozione degli enti del Terzo settore piemontese”, presentata dalla consigliera Monica Canalis (Pd), e del Disegno di legge 192, “Norme sull’amministrazione condivisa dei beni comuni per la promozione della sussidiarietà”, presentato dalla Giunta regionale.
Moroni ha sottolineato come “si renda necessario un intervento regionale in materia, dal momento che la normativa regionale più recente risale al 1994 sulla valorizzazione e promozione del volontariato e al 2006 sulla disciplina delle associazioni di promozione sociale, in parte superate dal Codice del Terzo settore e dall’entrata in funzione del Registro unico nazionale del Terzo settore”.
“Tra i pregi della Pdl 146 – ha sottolineato – quello di superare la disparità di trattamento tra organizzazioni di volontariato che hanno visto mantenere la propria funzione all’interno del Consiglio regionale del Volontariato e quelle che fanno parte dell’Osservatorio regionale per l’associazionismo di promozione sociale e il riconoscimento del Forum del terzo settore quale strumento autonomo di rappresentanza, come già previsto dalle Regioni Liguria, Toscana ed Emilia Romagna“.
“Il punto centrale – ha aggiunto – è il pieno riconoscimento del ruolo e della funzione sociale e d’interesse generale degli enti del Terzo settore anche attraverso la previsione di misure di sostegno, l’utilizzazione non onerosa e la cessione in comodato di beni mobili e immobili, inclusi quelli inutilizzati o confiscati alla criminalità organizzata e alla mafia e la riduzione o l’esenzione d’imposte regionali e la promozione del servizio civile regionale”.
Sul Ddl, Moroni ha evidenziato che “sarebbe forse necessario circoscriverne più dettagliatamente il perimetro d’azione”.
È intervenuta, per porre domande, la consigliera Canalis (Pd).
Fisioterapista di comunità
La Commissione Sanità ha poi audito i rappresentanti dell’Ordine dei fisioterapisti del Piemonte e della Valle d’Aosta in merito alla Proposta di legge 189 sull’istituzione del fisioterapista di comunità, presentata dal primo firmatario Raffaele Gallo (Pd).
La presidente, il vicepresidente e la segretaria dell’Ordine, Sabrina Altavilla, Giuseppe Tedesco e Luisella Mainero, hanno sottolineato l’importanza “del ruolo della figura del fisioterapista nelle patologie acute e in quelle croniche, evidenziando come il fisioterapista di comunità non rappresenti solo una nuova professione ma è necessario un nuovo contesto all’interno del quale il fisioterapista potrebbe operare agendo per promuovere la prevenzione e il mantenimento dell’autonomia dei pazienti”.
Tra le proposte avanzate, quella di inserire il fisioterapista nel modello della medicina di comunità in staff con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli infermieri di comunità e quella di prevedere per i fisioterapisti percorsi di continuità con i servizi di riabilitazione ospedalieri o territoriali in cui sia prevista la stesura di piani di riabilitazione da parte del fisiatra, per consentire al fisioterapista di intervenire subito sul paziente, collaborando con il medico di medicina generale nell’individuarne i bisogni.
Sono intervenuti, per richieste di delucidazioni, oltre al presidente Stecco, i consiglieri Gallo, Domenico Rossi (Pd) e Sara Zambaia (Lega).