Il dipinto La Falaise et la Porte d’Aval, 1885, di Claude Monet arriva a Rivoli. La prestigiosa opera realizzata dal maestro impressionista nel 1885, sarà ospitata dal 25 novembre al 18 agosto nella villa di Rivoli che fu di Francesco Federico Cerruti.
Con questo prestito, si inaugura un nuovo programma di scambi culturali che, oltre a valorizzare le opere della Collezione Cerruti attraverso la loro partecipazione a mostre nazionali e internazionali di alto valore scientifico.
La prima collaborazione del programma Opere in viaggio coinvolge il Museum Barberini di Potsdam che, insieme alla Staatsgalerie Stuttgart, ha richiesto il prestito del dipinto di Amedeo Modigliani, Jeune femme à la robe jaune (Renée Modot), in occasione della mostra Modigliani: Modern Gazes, a cura di Ortrud Westheider e Christiane Lange con Nathalie Frensch, che si terrà dal 24 novembre 2023 al 17 marzo 2024 alla Staatsgalerie Stuttgart e dal 26 aprile al 18 agosto 2024 al Museum Barberini di Potsdam.
Alla partenza dell’opera di Amedeo Modigliani corrisponde l’arrivo nelle sale di Villa Cerruti del dipinto di Claude Monet.
Annoverato tra i più grandi protagonisti della rivoluzione impressionista francese, di cui fu probabilmente lo spirito più risoluto, prolifico e coerente, Claude Monet rimase fedele agli innovativi principi del movimento, per esempio dipingendo sempre en plein air – all’aria aperta – e praticando una pittura di paesaggio fatta di piccoli tocchi di colore e di rapide pennellate.
Il dipinto
Il dipinto La Falaise et la Porte d’Aval di Monet, scelto per la casa-museo di Rivoli, è stato realizzato alla metà degli anni ottanta dell’Ottocento, periodo in cui l’artista viaggiò intensamente visitando più volte le coste settentrionali della Francia e, in particolare, la località di Étretat, in Normandia, famosa per le sue spettacolari scogliere e il caratteristico arco in pietra naturale della Porte d’Aval.
Fu durante un’escursione a Étretat al principio del 1883 che, di fronte alle drammatiche formazioni rocciose della Porte d’Aval, Monet iniziò a interessarsi al motivo della falesia, traendo ispirazione, inoltre, dal precedente di Gustave Courbet. Monet scriveva, infatti, alla futura moglie Alice Hoschedé: «Voglio dipingere un grande quadro delle scogliere di Étretat, anche se è piuttosto audace da parte mia farlo dopo Courbet, che lo ha fatto in modo così mirabile; ma cercherò di farlo in modo diverso».
In La Falaise et la Porte d’Aval del Museum Barberini, lo sguardo dell’osservatore si muove, lungo una traiettoria a forma di arco, dalle scogliere illuminate dal sole in primo piano a sinistra verso il centro della composizione. Una materica pennellata di rosa intenso segna la breccia nella scogliera e crea un suggestivo accento cromatico, sottilmente echeggiato dai riflessi che si propagano sulla superficie dell’acqua. Come nella maggior parte delle tele dedicate alla costa atlantica, anche in questo caso il pittore ha scelto una scena deserta, priva di esseri umani, in modo da evocare un sentimento assoluto di contemplativa osservazione della natura.
Il dipinto è appartenuto al cantante lirico parigino Jean-Baptiste Faure (Moulins, 1830 – Parigi, 1914), tra i più importanti e primi sostenitori degli impressionisti, che lo acquistò nel 1886 direttamente dall’artista, per poi passare, agli inizi del nuovo secolo, alla galleria Durand-Ruel di Parigi. Dopo essere transitato in alcune collezioni parigine, negli anni settanta del Novecento fu acquisito da una raccolta privata statunitense. L’ingresso nella collezione di Hasso Plattner avvenne nel 2010.