Un cavillo burocratico legato all'ammissibilità rischia di bloccare definitivamente la proposta di legge regionale sul suicidio assistito in grado di raccogliere 11mila firme. Dopo il parere positivo della Commissione di Garanzia dell'Ufficio di Presidenza, infatti, la palla passa questa mattina al voto del Consiglio Regionale; tutto questo a causa della mancanza dell'unanimità.
In attesa del verdetto, i proponenti stanno realizzando un presidio di protesta davanti a Palazzo Lascaris: "Sarebbe assurdo - dichiara il coordinatore della proposta e primo firmatario Davide Di Mauro - votare contro il proprio parere, dato da avvocati e accademici tra cui docenti di diritto: noi abbiamo dialogato con tutte le forze politiche per arrivare a una soluzione di buonsenso. Il nostro obiettivo è quello di promuovere la libertà di autodeterminazione di tutte quelle persone che non possono più aspettare senza costringerle a soffrire, arrivando a una legge in tempi; da questo punto di vista c'è già una sentenza della Corte Costituzionale a riguardo".
La speranza è quella di seguire l'esempio di altre regioni: "Mettere in mano - commenta l'avvocata Paola Stringa del gruppo Giuristi per la Libertà dell'Associazione Luca Coscioni - a un organo politico una questione tecnica rappresenta una stortura, anche perché la legge è conforme al dettato normativo e in Toscana, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia è già stata dichiarata ammissibile. Il caso di Sibilla Barbieri, a cui l'Asl di Roma ha negato un diritto dopo il parere positivo del Comitato Etico, da questo punto di vista è eloquente".
La legge è sostenuta anche dalla CGIL Piemonte: "Crediamo - spiega la segretaria regionale Enrica Valfrè - sia una legge fondamentale per permettere a persone fisicamente e psicologicamente di avere tempi certi per porre fine alle proprie sofferenze. Il voto del Consiglio Regionale sull'ammissibilità è un problema di democrazia e un atto di autoritarismo; ricordo che la propria è stata firmata da 11mila persone tra cui tantissimi giovani, molto sensibili a questi temi".
Diversi i politici presenti sul posto, tra questi il vice presidente della regione Piemonte, Fabio Carosso e i consiglieri regionali Raffaele Gallo e Francesca Frediani.
Con 34 sì, 2 no e 3 astenuti il Consiglio regionale del Piemonte ha valutato ammissibile la proposta di legge regionale di iniziativa popolare su procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito.
Nell’introdurre il punto all’ordine del giorno, il presidente dell’Assemblea Stefano Allasia ha ricordato che la Commissione di garanzia si era espressa a favore della ricevibilità e dell’ammissibilità. L’Ufficio di Presidenza, poi, ha dichiarato la proposta ricevibile e ha demandato all’Aula il giudizio sulla sua ammissibilità.
Il capogruppo della Lega Alberto Preioni, relatore del provvedimento, ha sottolineato che “il voto odierno è sull’ammissibilità di un provvedimento e non sul merito. Il voto positivo va dunque all’ammissibilità, già attribuita da diverse Regioni, mentre sul merito ci sarà occasione di confrontarsi”.
Nel corso del dibattito generale sono intervenuti i capigruppo Silvana Accossato (Luv), Giorgio Bertola (Europa verde), Sarah Disabato (M5s), Raffaele Gallo (Pd) e Francesca Frediani (M4o-Up) che, con sfumatura diverse, hanno dichiarato il proprio voto convintamente favorevole.