Turni massacranti, stipendio più basso, mancanza di personale e assenza di malattia e giorni di riposo: i lavoratori delle case di riposo della multinazionale Colisée hanno scioperato sotto al grattacielo della Regione Piemonte. Il motivo? L'azienda francese ha applicato il contratto 'Anaste', siglato da sindacati indipendenti, che ha peggiorato le loro condizioni.
Chiesto l'intervento della Regione
Così Cgil, Cisl e Uil, insieme a CUB sanità, hanno indetto lo sciopero per i circa 900 dipendenti delle 10 strutture presenti nelle province di Torino, Novara e Alessandria, e chiesto un incontro al governatore Alberto Cirio. Il 27 settembre il Presidente della Regione aveva sottoscritto un impegno a intervenire sulla questione.
"Coliséè ha deciso di applicare il contratto Anaste - ha spiegato Francesca Delaude, segretaria regionale di FP CGIL - un contratto che porta condizioni peggiorative sia sul salario che normative. Chiediamo al presidente Cirio di essere ricevuti per portare avanti gli impegni già presi con CGIL, Cisl e Uil. Chiediamo che non vengano più applicati tutti i contratti nazionali pirata che creano dumping e condizioni peggiorative nel comparto".
Peggiorate le condizioni dei lavoratori
"Questa multinazionale ha abbandonato le trattative - ha raccontato il segretario provinciale di Uiltucs Luigi Gambale - e applica un contratto che non è firmato dalle organizzazioni maggiormente rappresentative. È un contratto che toglie pesantemente diritti acquisiti, incidendo sia sulla parte normativa, non solo sulla malattia ma anche sulle ore di formazione, sui riposi, sui permessi di legge, sia sulla parte retributiva. Queste persone non possono neppure esercitare il diritto di sciopero perché in queste occasioni hanno il diritto di garantire servizi minimi essenziali e la Colisée ha precettato quasi il 100% del personale in servizio".
"In un lavoro di fatica - ha commentato Tiziana Tripodi, segretaria regionale FP CISL - fare profitto tagliando sulle retribuzioni e su istituti contrattuali importantissimi come la malattia è un danno per i lavoratori. Chiediamo che la Regione intervenga per rispettare le norme che prevedono che per lavorare accreditati col servizio sanitario nazionale si debbano applicare i contratti sottoscritti dalle organizzazioni che rappresentano i lavoratori".
L'incontro con Cirio e Marrone
In mattinata i delegati sindacali sono stati ricevuti da Cirio e dall'assessore alle politiche sociali Maurizio Marrone, che hanno siglato un protocollo d'intesa. La Regione si è così impegnata a effettuare controlli e sanzionare le imprese inadempienti per quanto riguarda le normative in vigore e a riorganizzare il sistema di accreditamento delle RSA.
A dicembre sono previsti i primi tavoli di incontro per puntare ad aggiornare le procedure di controllo sulle case di riposo accreditate.
Cirio: "Questo il nostro impegno"
"I nostri anziani sono come i nostri bambini - ha commentato con soddisfazione Cirio in seguito all'accordo - sono le parti più fragili della nostra società e dobbiamo tutelarli e garantirli. Ed è il motivo per cui oggi abbiamo sottoscritto, insieme alle organizzazioni sindacali, un impegno per cui chi lavora nelle strutture residenziali siano persone che abbiano un contratto certo, una paga giusta e che siano messi nelle condizioni di svolgere al meglio il loro lavoro vicino alle persone a cui dobbiamo tutto, che sono gli anziani del Piemonte".