Al Castello di Rivoli in occasione dei suoi 90 anni, Michelangelo Pistoletto ha portato una mostra che ripercorre la sua carriera.
"Molti di uno" è il titolo utilizzando facendo riferimento alla sua celebre opera dello specchio artistico?
“Rispecchiandomi nello specchio artistico non mi vedo più solo. Il mio autoritratto diventa quella della società. Partendo da quest’opera multipla di me stesso, nasce il concetto di lavorare artisticamente per interagire nella società. L’artista non è più isolato, egocentrico, non è più rivolto solo verso se stesso imponendo il proprio segno, ma io lo pone insieme agli altri. È il seme della società” spiega l’artista biellese.
Società che può essere negativa o positiva?
“Ovviamente l’arte non ha mai agito per portare il negativo, può avere sostenuto delle economie, delle politiche, delle religioni. In quanto servitore di quelle situazioni può avere veramente partecipato a delle condizioni disastrose e negative, ma quello che io voglio non è questo. L’arte attraverso il simbolo trinamico crea un elemento nuovo. Siamo responsabili della creazione. Unendo il positivo e negativo possiamo creare l’esplosione, l’armonia e la pace”.
Il simbolo del Terzo Paradiso per Pistoletto è un “dono alla società”.
“La società lo può usare a fine di pace di armonia e di equilibrio: quello che noi vogliamo trovare è questo. Con la pace preventiva, di cui io sono agente, possiamo unire gli le menti per la pace anziché la guerra. Dobbiamo lavorare per arrivare a un cambiamento responsabile”.
L’artista, 90 anni quest’anno, fondatore della Città dell’Arte, continua nella sua opera. L’ultima presentata proprio al Castello di Rivoli basata sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
“È ormai arrivata a risultati straordinari. Abbiamo un grande cervello che rappresenta il cervello di tutti. Nel mio autoritratto rappresento momenti della mia vita, che non sono fotografia di un momento, ma dinamica della memoria che ho creato su me stesso. Con il Qr code uso il digitale ed è come se fossi un libro da sfogliare”.
Un’intelligenza artificiale dunque che non spaventa?
“Spaventa perché è potentissima, ma la sua caratteristica è di raccogliere le memorie per fornire dati certi, esatto e oggettivi”.
La mostra si apre durante la settimana dell’arte torinese.
“Io non ho tempo di andare a vederla purtroppo, fatelo per me. Sono contento che ci siano tanti artisti, ma dobbiamo unire i nostri lavori individuali. Dobbiamo condividere la nostra arte per creare una civiltà nuova”.