Nell'immaginario comune, un guerriero è un omone alto, corpulento, pronto a mettere a repentaglio la propria vita pur di salvare quella degli altri. Ma spesso la realtà supera la fantasia.
A Torino, infatti, dal 2006 ce ne sono tre slanciati, praticamente "scheletrici" che si illuminano di notte. Chi sono?! Le Vedette di Richi Ferrero, ovviamente, le tre installazioni armate di lance, frecce e dardi che svettano fiere sui tetti della città, proteggendola simbolicamente dalle incursioni esterne.
La prima scultura a far capolino è stata Il Grande Guerriero, una raffigurazione tridimensionale di un disegno dell'artista stesso che rappresenta, appunto, un guerriero-cacciatore primitivo. Essa è collocata sul tetto dell'edificio sito in via Matteotti 41, all'angolo con via Donati, ed è stata installata nel 2006.
Più tardi, nel giugno del 2015 (commissionate dal Gruppo Building), si è aggiunto Sagittaurus, che rappresenta una commistione tra un arciere ed un toro. Quest'ultimo è simbolo dei Taurini, i primi abitanti di Augusta Taurinorum, l'antica Torino. Tale installazione si trova sul tetto dell'edificio sito in corso Massimo D'Azeglio all'angolo con corso Vittorio Emanuele II.
Infine, nel 2016 si è aggiunta Equinox, la terza vedetta, che svetta su un edificio collocato all'angolo tra via Giuseppe Luigi Lagrange e via Giovanni Giolitti. Essa rappresenta unguerriero in sella al suo cavallo e munito di balestra.
Tutte e tre le vedette, grazie alla loro colorazione ed al rivestimento dato da una particolare vernice trasparente, assumono caratteristiche diverse a seconda della luce o del buio.
Secondo quanto dichiarato dal loro ideatore Richi Ferrero, infatti: "Una triade di guerrieri veglia la città dai suoi tetti. Li ho concepiti in modo che ciascuna opera, di giorno, si disegni sul cielo della città come un segno di matita su un foglio, mentre al tramonto un particolare rivestimento, combinandosi con la luce che li veste li restituisce alla visione come se emettessero luce propria. I miei guerrieri non sono né invasori né conquistatori, ma vedette del territorio mentale".