“In Italia vi è una carenza di infermieri certamente superiore alle 65 mila unità, principalmente a causa della scarsa attrattività della professione. In Piemonte, in particolare, mancano dai 4 ai 5 mila infermieri. A differenza della scarsità dei medici, che deriva anche da una sbagliata programmazione e dal mantenimento del “numero chiuso” del tutto scollegato dalla realtà, la mancanza di infermieri non è collegata al numero dei posti nelle università. Peraltro, c’è già stato un aumento da 15 mila a 20 mila posti offerti che, tuttavia, non vengono saturati a causa delle scarse iscrizioni” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.
“Perché si verifica la mancanza di adesione alla professione infermieristica? Normalmente si nasce infermieri, si cresce infermieri e si va in pensione infermieri generalisti. Dallo stipendio alle competenze riconosciute non cambia quasi mai nulla” prosegue Ravetti.
“Quanti sono i laureati in Piemonte, a fronte della mancanza di 4-5 mila unità? Sono previsti 1100 laureati all’anno per i due atenei piemontesi, ma terminano il percorso di studi 6/700 studenti. Per esempio, saranno 195 gli infermieri che, a novembre, si laureeranno in Università del Piemonte orientale (quindi compresa Alessandria), ma il fabbisogno previsto era 420. Purtroppo emerge che mancheranno sicuramente degli infermieri, ma soprattutto, in base ai dati attuali, mancherà il nuovo perimetro delle competenze e delle responsabilità necessarie. Si conferma che è sempre più necessario ripensare alla nostra sanità, ridisegnandola a partire dalla preparazione e dalla valorizzazione del personale” conclude l’esponente dem.