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Sanità | 27 ottobre 2023, 11:48

Al via la campagna "Derma Point": screening della pelle gratuiti per combattere la cheratosi attinica

A Torino appuntamento il 28 ottobre dalle 9 alle 13 alle Molinette. Gli urologi intanto lanciano un allarme sul tumore del pene: killer silenzioso

molinette - foto d'archivio

"Derma Point": screening della pelle gratuiti per combattere la cheratosi attinica

Si presenta con lesioni cutanee piane o in rilievo, ruvide o squamose, di colore rosso, marrone, bianco o rosa, che possono essere facilmente confuse anche con semplici inestetismi. Ma in realtà potrebbero essere campanelli d’allarme. Stiamo parlando della cheratosi attinica, patologia della pelle che interessa in particolare le persone con un’età avanzata e la pelle chiara, ma non solo, con una prevalenza del 27,4% negli over 30 (Fargnoli et al, 2017). Una patologia da non sottovalutare perché la cheratosi attinica può evolvere verso una forma invasiva di tumore cutaneo, il carcinoma squamocellulare.
Diagnosi precoce è la parola d’ordine: la cheratosi attinica, se individuata in tempo, può essere trattata, così da ridurne la possibile progressione e la potenziale pericolosità. Insomma, più precoce è la diagnosi, più facile è la cura. Ecco, quindi, che per sensibilizzare la popolazione a rischio, aumentando il grado di consapevolezza sulla patologia, prende il via la campagna “Derma Point, facciamo il punto sulla cheratosi attinica”, con il contributo non condizionante di Almirall, in collaborazione con SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse.
Fino a novembre 2023, saranno coinvolte 12 strutture ospedaliere / universitarie distribuite sul territorio nazionale con una giornata di screening dermatologico. Presso il Presidio dermatologico San Lazzaro dell’ospedale Molinette in via Cherasco 23, il 28 ottobre dalle ore 9 alle ore 13 i dermatologi, coordinati dal professor Pietro Quaglino (Direttore S.C. di Dermatologia) e dal dottor Paolo Broganelli (Responsabile SSD Prevenzione tumori cutanei Dipartimento di Oncologia Città della Salute di Torino, offriranno consulti gratuiti per favorire la diagnosi di una patologia ad oggi ancora troppo spesso sottovalutata. Prenotazione obbligatoria al link : https://www.derma-point.it/eventi/torino-ottobre-2023/  
“Le macchie della pelle non sono tutte uguali ed alcune necessitano di attenzioni specifiche perché potenzialmente gravi – spiega il professor Giuseppe Argenziano, Presidente della SIDeMaST – tra queste ci sono le cheratosi attiniche. Esse compaiono infatti per l’80% su aree del corpo esposte al sole, quindi viso, collo, mani, avambracci e cuoio capelluto, soprattutto nelle persone meno giovani, di carnagione chiara. Negli stadi iniziali possono essere più facili da sentire alla palpazione che da vedere. Solitamente sono asintomatiche, talvolta dolorose, soprattutto possono evolvere in un tumore cutaneo, il carcinoma squamocellulare. Per questo diagnosticarle e trattarle precocemente è indispensabile”.
Gli fa eco il dottor Broganelli: “L’attenzione alla salute può partire dall’organo più esteso e visibile del nostro corpo; è qui che la prevenzione può essere più semplice e diretta. Da molti anni le campagne di prevenzione dei tumori cutanei hanno permesso di ridurre sensibilmente la mortalità in rapporto ad un numero sempre maggiore di casi. Prima si fa la diagnosi, più è facile intervenire e risolvere. Da alcuni anni le soluzioni per la diagnosi e la cura dei tumori cutanei si sono moltiplicate e sono diventate più semplici ed affidabili, interrompendo il percorso verso gli stadi più gravi. Dopo i 35 anni infatti una persona su 4 risulta affetta da questo tipo di problema, anche se il problema si rende evidente e più frequente nella terza età. Se non curata, la cheratosi attinica rischia di evolvere verso stadi che prevedono la terapia chirurgica e, nei casi estremi, terapie mediche avanzate. Il carcinoma squamocellulare, se lasciato crescere, diventa un potenziale pericolo per la vita. Sono nati, a questo scopo, ambulatori dedicati, dove le nuove tecniche terapeutiche dispensate dal SSN possono essere facilmente trasmesse ai pazienti con risultati spesso eccellenti. Questa campagna ha il compito di informare e creare corto circuito di più facile accessibilità a questi servizi che sono a disposizione di tutti gli utenti”.
“Con il progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumentata aspettativa di vita, - conclude il professor Quaglino - stiamo assistendo ad un significativo incremento di tale patologia. La corretta gestione delle cheratosi attiniche si basa sulla precoce identificazione diagnostica e la messa in atto di adeguati approcci terapeutici in ambulatori dedicati”.

Il tumore del pene è una patologia che interessa 1-2 abitanti su 100.000 in Italia, ma nella sola regione Piemonte si stima che almeno 80 uomini, generalmente adulti o più raramente anche soggetti giovani, vengano operati in un anno per questa patologia.
I noti fattori di rischio di questa malattia come la fimosi, malattie dei genitali come il lichen e l’infezione da HPV (che si riscontra in un terzo dei casi) sono tutti arginabili con visite preventive. Purtroppo invece si assiste ad un importante ritardo diagnostico, documentato dal 20’% di malati con malattia avanzata o metastatica, dovuto alla ritrosia del maschio di dichiarare patologie che coinvolgono la sfera intima ed alla mancanza di un’efficace prevenzione per le patologie andrologiche.
Oltre ad essere una malattia caratterizzata da una peculiare aggressività oncologica, la sua cura prevede un intervento chirurgico molto demolitivo, che comporta nel migliore dei casi un’asportazione parziale del pene, ma non infrequentemente la necessità di un intervento radicale di asportazione peniena completa, con conseguenti risvolti negativi sia psichici che sociali.
Questa devastante patologia oncologica è stato uno degli argomenti principali del Congresso internazionale “i-MARS - International Masterclass in reconstructive surgery”, organizzato dal professor Paolo Gontero (Direttore della Clinica Urologica universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino) e coordinato dal dottor Marco Falcone, urologo della Città della Salute.
Ad intervenire sull’argomento sono stati ospiti di altissimo profilo internazionale, afferenti alla Società europea di urologia (EAU). Al centro della discussione di una tavola rotonda congiunta tra la Rete Oncologica del Piemonte e Valle D’Aosta, Società Europea di Chirurgia Genitale e rappresentanti delle Linee Guida Internazionali sul tumore del pene il ruolo fondamentale dei Centri di riferimento ai quali possano essere indirizzati questi malati al fine di intraprendere un percorso di cura multidisciplinare, focalizzato non solo sulla terapia della malattia primaria ma anche sulla complessa chirurgia ricostruttiva, che deve essere parte integrante del percorso terapeutico sin dalle fasi più precoci del percorso terapeutico.
“Il tumore del pene è il tipico caso di una patologia dove un percorso di cura vincente non può prescindere dalla stretta collaborazione tra diverse figure professionali, che, pur appartenendo a settori della medicina apparentemente molto diversi, sono in grado di integrarsi in una équipe multidisciplinare per affrontare una chirurgia altrimenti impossibile da realizzare” afferma il professor Paolo Gontero, che continua: “presso la Città della Salute di Torino si è consolidata da tempo una stretta collaborazione tra urologi esperti in ricostruzione dei genitali esterni, microchirurghi della mano e dermatologi oncologi, che è in grado di offrire un percorso di cura efficace anche ai casi più gravi di tumore del pene, cui può venire offerta, in casi particolari, anche una ricostruzione totale dell’organo asportato”.
“L’evoluzione della chirurgia va oggi nella direzione di tecniche mini invasive che consentono di eseguire interventi più conservativi associati a ricostruzioni estetiche in grado di limitare in maniera significativa l’impatto psicologico che tale patologia ha sul paziente ed incrementando significativamente la sua qualità di vita” afferma il dottor Marco Falcone, responsabile scientifico dell’evento.

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