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Eventi | 27 ottobre 2023, 16:44

Gli Italiani in Africa: ai Musei Reali la mostra che racconta gli anni del Nuovo Colonialismo

Fino al 25 febbraio ben 160 opere provenienti dalle collezioni delle residenze sabaude, dal Museo di Antropologia di Torino, con prestiti dal Museo delle Civiltà di Roma e da Palazzo Madama

mostra gli italiani in africa

Gli Italiani in Africa: ai Musei Reali la mostra che racconta gli anni del Nuovo Colonialismo

Fino al 25 febbraio 2024 "Africa. Le collezioni dimenticate" propone 160 opere in gran parte inedite – sculture, utensili, amuleti, gioielli, armi, scudi, tamburi e fotografie storiche – provenienti dalle collezioni delle residenze sabaude, come il Castello di Racconigi e Agliè, e dal Museo di Antropologia di Torino, con prestiti dal Museo delle Civiltà di Roma e da Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica di Torino. 

Cinque le sezioni della mostra

Il percorso è suddiviso in cinque sezioni che documentano una pagina delle relazioni tra la nuova Italia, prima sabauda e poi fascista, con il Congo Belga, l’Eritrea, la Libia, la Somalia e l’Etiopia nell’età dello scramble for Africa. Quel periodo cioè in cui le nazioni europee cominciato a spartisti e a rivendicare i territori africani dalla fine dell’Ottocento alla prima guerra mondiale.

Nella prima sezione troviamo raccolte che si sono formate tra il 1857 e il 1890, indagate attraverso le figure di Giacomo Antonio Brun-Rollet, esploratore delle sorgenti del Nilo in Sudan, di Vincenzo Filonardi, armatore e console a Zanzibar nel 1882, e di Giuseppe Corona, attivo in Congo. Dalle armi bianche, come scudi in pelle di coccodrillo e in cuoio di bufalo, fino all’archibugio a serpe o la cintura con astuccio, scarselle e fiasca da polvere, passando per le sculture in pietra.

Le vie dello sfruttamento in Congo

Ci si concentra poi sulle vie dello sfruttamento in Congo: ingegneri e tecnici piemontesi come Pietro Antonio Gariazzo, Carlo Sesti, Tiziano Veggia e Stefano Ravotti, all’amministrazione coloniale belga in Congo, con una selezione di armi, strumenti musicali, tessuti, monili e oggetti d’uso quotidiano. 

La terza sezione, Colonizzare la montagna: il Rwenzori, rilegge la spedizione di Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi, nella dimensione di un’appropriazione simbolica del paesaggio africano. Si passa poi alla vera e propria sparizione del Nuovo Colonialismo in cui si racconta l’espansione del Regno d’Italia in Eritrea, avvenuta dopo l’apertura del Canale di Suez nel 1869, con la compravendita della baia di Assab, divenuta il primo possedimento dell’Italia in Africa.

La tratta degli schiavi e le atrocità

Al centro del percorso, una sezione documentaria approfondisce temi cruciali legati alle violenze perpetrate dagli europei in Africa: tratta degli schiavi, atrocità commesse in Congo dai colonizzatori belgi, eccidi in Cirenaica e Tripolitania, facendo emergere anche il tema delle spoliazioni, qui evocato da due celebri casi, quello della Venere di Cirene e quello della Stele di Axum.

The Smoking Table di Bekele Mekonnen, è l’intervento site-specific allestito al termine della mostra. A partire dalla conferenza di Berlino che nel 1884-1885 sancì la spartizione del continente africano, esplora l’eredità del colonialismo nella nostra storia presente.

Per info: https://museireali.beniculturali.it

Chiara Gallo

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