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Attualità | 21 ottobre 2023, 19:09

A Torino con il pallone non solo si gioca, ma si fanno acquisti: il Balon e il Gran Balon

Storia del mercatino dell'antiquariato tra i più grandi ed antichi al mondo

A Torino con il pallone non solo si gioca, ma si fanno acquisti: il Balon e il Gran Balon

A Torino con il pallone non solo si gioca, ma si fanno acquisti: il Balon e il Gran Balon

Come sicuramente i piemontesi amanti del vintage sapranno, a Torino c'è un appuntamento assolutamente irrinunciabile: il Balon, la fiera dell'artigianato e del vintage tra le più antiche al mondo.

Questa ha luogo ogni sabato dalle 7 alle 18 nel cuore del quartiere Borgo Dora, snodandosi con i suoi 250 banchi, insieme ai vicini negozi di antiquariato aderenti, tra le sue principali vie: via Borgo Dora, via Goffredo Mameli e via Bernardino Lanino, spingendosi fino a via San Giuseppe Benedetto Cottolengo ed al Cortile del Maglio.

Lungo il suo percorso si può scovare, a prezzi stracciati, ogni sorta di articolo: dall'abbigliamento e le calzature ai mobili per la casa e l'ufficio, zaini, quadri, biciclette, vecchie macchine fotografiche con relative custodie in pelle, orologi, oltre all'enorme quantità di libri e di materiale cartaceo in grado di soddisfare i più accaniti bibliografi.

Come scriveva Edmondo De Amicis pensando al Balon: "Una tale confusione di cose e d'avanzi di cose da far impazzire il disgraziato che ne dovesse fare l'inventario".

Nato nel 1856, il Balon sorge su quello che, anticamente, veniva denominato Borgo del Pallone, da cui hanno preso il nome sia il Balon che il Gran Balon, fiera ancora più grande che, a differenza di questa, ha luogo una volta al mese, la seconda domenica dalle 8 alle 18.

Vi sono due teorie circa l'origine del vecchio nome del quartiere che ospita i celebri mercatini. La prima è legata ad un aspetto più ludico e si riferisce all'abitudine degli operai di andare a scommettere i propri pochi risparmi allo sferisterio, del quale oggi resta solo un'unica parete che reca scritto: "Giuoco bocce". Era tipico, infatti, il loro detto "Anduma a giughè al balon", che tradotto dal piemontese significa "Andiamo a scommettere sulla partita di pallone elastico".

La seconda teoria, invece, meno singolare, afferma che l'antico nome del borgo che ospitava il Balon era "Borgo dei Piloni", perché all'epoca vi erano numerosi piloni che sorreggevano un ponte che passava sopra la Dora. Inoltre in  "pila" vuol dire palla, infatti il nome del borgo venne modificato in "Borgo dei palloni".

L'area espositiva del Balon, così come appare oggi, è frutto di numerose modifiche succedutesi nel corso dei decenni. Anzitutto, nel XVIII secolo, il mercato dei Ferrivecchi si trasferì proprio in quella zona. Un provvedimento emanato dal Consiglio dei Decurioni a metà del XIX secolo, invece, impose la prosciugazione dei canali circostanti. Gli ultimi lavori, avvenuti negli anni '80 del '900, hanno apportato la progressiva sostituzione delle stalle e delle vecchie locande con piccoli negozi di antiquariato e numerosi locali nei quali poter gustare la cucina tipica piemontese o anche etnica.

Passeggiando per le strade del Balon e del Gran Balon non si può non rimanere affascinati dalla moltitudine di merci esposte ed inebriati dai mille profumi e colori di cui essi sono ricchi. Visitarli è come compiere un viaggio nel tempo e nello spazio, immergendosi nell'atmosfera di epoche passate.

Federica De Castro

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