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Cultura e spettacoli | 01 ottobre 2023, 16:30

Il CRAST riapre dopo trent’anni scavi estensivi a Seleucia al Tigri in Iraq

Il Centro Scavi torinese riapre il sito di lavoro in Iraq e organizza un conferenza di presentazione il 2 ottobre nella Sala Bobbio di via Corte d'Appello per festeggiare i 60 anni di scavi archeologici in Asia

Il Crast torna dopo 30 anni in Iraq per riprendere il lavoro sullo scavo archeologico di Seleucia

Il Crast torna dopo 30 anni in Iraq per riprendere il lavoro sullo scavo archeologico di Seleucia

Il CRAST, Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia, celebra i 60 anni di attività in Asia e lo fa con una grande conferenza a ingresso libero lunedì 2 ottobre (ore 15.00) nella Sala Bobbio in via Corte d’Appello 16 a Torino.

Il Centro nacque nel settembre 1963 su iniziativa del prof. Giorgio Gullini (di cui cade proprio quest’anno il centenario della nascita), titolare della cattedra di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana e una delle figure principali degli studi e delle attività archeologiche a Torino.

"Gullini ha creato il Centro Scavi, come braccio operativo per facilitare gli interventi sul terreno e creare un ente specifico di ricerca - spiega Carlo Lippolis, Presidente del CRAST. Nel corso degli anni ha operato dal Mediterraneo al Vicino Oriente fino ad arrivare in Asia centrale e spingersi, negli ultimi anni, fino in Mongolia. Oggi i progetti attivi sono per lo più concentrati sul Vicino Oriente e l’Asia". Negli ultimi anni il CRAST, presieduto da Carlo Lippolis e dal Direttore, S. de Martino, ha portato il suo team di archeologi, professori, dottorandi, esperti e ricercatori in Iraq, Iran, Turkmenistan, Mongolia.

“È una realtà che trae i suoi collaboratori dall’Università, sono tutti docenti o ricercatori, ma che dà anche opportunità a molti studenti. Si è sempre prefissata come scopo principale non solo la ricerca pura, ma anche la tutela del patrimonio, la sua conservazione e valorizzazione. Di recente si è unito anche un aspetto sociale attraverso la divulgazione degli scavi e della storia presso le realtà locali, tra le varie fasce della popolazione della comunità dove si opera. Oggi l'archeologia è giustamente proiettata su questi aspetti.”

Le missioni attualmente attive del CRAST si svolgono in Iraq, Turkmenistan e Mongolia.

"Dal 2022 abbiamo deciso di riprendere lo storico scavo di Seleucia al Tigri, in Iraq".

Uno scavo importante per il CRAST. Intrapreso dagli americani negli anni '20-‘30, è stato poi ripreso dal centro torinese dagli anni '60 fino agli anni '80. Poi la Guerra del Golfo e la chiusura.

“É stato sospeso per oltre trent’anni, ora stiamo per ripartire. Avevamo già provato ad aprirlo nel 2012, ma i disordini e gli scontri non lo hanno permesso. Solo nel 2022 l'area a sud di Baghdad è tornata tranquilla”.

La missione guidata da Carlo Lippolis e dal co-direttore Vito Messina del CRAST, partirà giovedì prossimo e starà via per circa due mesi. Coinvolti due gruppi di 16 persone tra docenti, collaboratori e studenti. "Seleucia è il simbolo dell'incontro tra Oriente e Occidente, tra antiche tradizioni locali e nuovi linguaggi artistici. Questo incontro che si percepisce nei manufatti di Seleucia è particolarmente forte nel periodo ellenistico-partico uno degli ambiti di ricerca privilegiati dalla scuola torinese di orientalisti”.

“Il sito di Seleucia è enorme, un'area di circa 700 ettari, grande come il centro storico di Torino, dimensioni che per l’Antichità erano davvero considerevoli. Alcune fonti storiche dicono che vi vivessero circa 600 mila abitanti. Era una delle grandi capitali del mondo antico, la città reale dei Seleucidi, che sostituì Babilonia come metropoli della Mesopotamia. Ed era anche un crocevia importante dei traffici internazionali tra Mediterraneo, Golfo e Asia Centrale.

Il lavoro di scavo qui ha una doppia importanza perché si lega alle realtà locali: "Il Centro Scavi di Torino dirige anche un istituto paritario, ovvero il Centro italo-iracheno culturale di scienze archeologiche e restauro di Baghdad". 

Il team del CRAST ripartirà poi per il Turkmenistan in primavera e in Mongolia ad agosto 2024. "Lì il progetto è un po’ diverso, è nato nel 2017, proprio come progetto di Archeologia per la Comunità. Prima ancora di aprire indagini sul campo e scavi, abbiamo lavorato molto sul contatto con le comunità locali, legate al loro territorio, al fine di avvicinarle ulteriormente e sensibilizzarle sui temi del patrimonio culturale “.

 

Il CRAST, che ha tra i soci fondatori UniTo, Comune di Torino, Città metropolitana di Torino e Fondazione CRT, oggi ha sede in piazza Statuto. Tra i vari collaboratori vi sono numerosi esperti esterni, dottorandi, collaboratori studenti, che regolarmente portiamo sugli scavi, grazie ai fondi dell’ente.

Chiara Gallo

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